Treviglio

Il ristorante assume otto ragazzi disabili a tempo indeterminato

E' la conclusione di un progetto che il locale trevigliese di piazza Garibaldi ha avviato nel 2016.

Il ristorante assume otto ragazzi disabili a tempo indeterminato
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Il ristorante "Mate" di Treviglio assume otto ragazzi con disabilità a tempo indeterminato. L’importante traguardo è stato annunciato lunedì mattina, durante la conferenza tenuta presso lo "Spazio Hub TNT" di piazza Garibaldi, dai co-direttori del locale Claudio Cerri e Giulia Duca, che lo hanno individuato come l’ultimo atto del progetto "Sit Down".

Ristorante Mate

Avviato nel 2016 assieme all’Amministrazione Imeri e alle cooperative "Insieme" di Treviglio, "Il Susino" di Caravaggio e "Fili intrecciati" di Brignano, tale progetto ha permesso al "Mate" di intraprendere con gli otto ragazzi disabili un percorso di sette anni fatto dapprima di tirocini formativi offerti da "ABF Treviglio" e poi di collaborazioni stagionali, fino ad arrivare ai contratti a tempo indeterminato che partiranno ufficialmente con la serata inaugurale del prossimo 2 novembre 2023.

Il pubblico presente in sala

 

"I nostri ragazzi, quattro maschi e quattro femmine di età compresa tra 20 e 40 anni, sono entrati nel mondo della ristorazione a piccole dosi – ha spiegato Cerri al convegno di lunedì, al quale hanno presenziato il sindaco Juri Imeri, la vicesindaco Pinuccia Prandina, l’assessore alla mobilità Basilio Mangano, il consigliere regionale Giovanni Malanchini, il direttore di ABF Treviglio Davide Finazzi, la presidente della cooperativa trevigliese "Insieme" Antonietta Santi, la responsabile delle Politiche attive per il lavoro della Provincia di Bergamo Elisabetta Donati e il consigliere comunale di minoranza Mariagrazia Morini – Inizialmente venivano al 'Mate' a darci una mano ogni martedì in gruppi di quattro. Pian piano sono cresciuti professionalmente e umanamente e hanno imparato a interfacciarsi con la clientela e a gestire le pressioni,  guadagnando sempre più autonomia".

Un lavoro a tutti gli effetti

In virtù di questi progressi, l’anno scorso i direttori del "Mate" hanno deciso di aggregare alla loro brigata ogni sera un ragazzo diverso.

"Questa scelta però, ci ha messo di fronte a una realtà: senza una spalla su cui poggiarsi, i nostri ragazzi si sentivano troppo spaesati – ha aggiunto Duca – Così, quest’anno abbiamo deciso di assumerli facendoli lavorare due per volta. Da novembre infatti, ogni settimana al 'Mate' ci saranno due degli otto ragazzi, che lavoreranno con noi per tutto l’anno dal lunedì al venerdì, dalle 19.30 alle 22".

Si tratta dunque di un lavoro a tutti gli effetti, grazie al quale ciascun disabile potrà migliorarsi nella mansione che più gli aggrada.

"A uno dei nostri ragazzi piace molto fare le pizze e per questo affianca in cucina il nostro cuoco – ha sottolineato ancora Cerri – ma ce ne sono altri che preferiscono servire in sala, stare al bancone oppure accogliere i clienti e accompagnarli al tavolo".

"Gli altri commercianti prendano esempio"

Un tale percorso di crescita professionale potrebbe essere fonte di ispirazione anche per gli altri commercianti trevigliesi, come auspicato dal sindaco Imeri:

"A fare la differenza in situazioni come queste, prima ancora che le norme, è la sensibilità dell’impresa. Nel caso del 'Mate', i titolari hanno voluto subito intraprendere questa esperienza e noi oggi ci auguriamo che il progetto possa essere replicato anche in altri settori diversi dalla ristorazione, proponendo con la Provincia una versione aperta a tutti i commercianti della città".

La conferma di questa intenzione è arrivata dalla stessa Donati, che ha precisato:

"Dobbiamo mettere le aziende in condizione di conoscere tutti gli strumenti che oggi esistono per fare un collocamento mirato dei disabili, avvicinando l’azienda stessa al disabile, alla sua famiglia e a chi lo segue, come appunto le cooperative sociali".

Del medesimo avviso anche Malanchini di Regione Lombardia, convinto di poter replicare il progetto del 'Mate' a macchia di leopardo:

Il consigliere regionale Giovanni Malanchini

"In esso, c’è la consapevolezza di come l’imprenditoria lombarda e bergamasca sia insignita di un ruolo sociale forte, ovvero la realizzazione di condizioni di benessere che devono essere estese a tutti".

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