Il precedente

Il primo defibrillatore sottocutaneo in chirurgia intermuscolare: un intervento "storico"

Un defibrillatore sottocutaneo, inserito senza toccare né il cuore né i vasi sanguigni. Lo ha impiantato il nuovo direttore della Cardiologia di Treviglio Filippo Ottani.

Il primo defibrillatore sottocutaneo in chirurgia intermuscolare: un intervento "storico"
Pubblicato:
Aggiornato:

Un defibrillatore sottocutaneo, inserito senza toccare né il cuore né i vasi sanguigni. Un  intervento storico è stato eseguito lo scorso maggio, nei reparti di  Cardiologia degli ospedali dell'Asst di Melegnano e della Martesana. A guidarlo, c'era proprio il nuovo direttore della Cardiologia di Treviglio Filippo Ottani.

Intervento "storico" all'Asst Melegnano e Martesana

Come aveva raccontato Primalamartesana.it, l'équipe di Ottani  aveva effettuato il primo impianto del defibrillatore sottocutaneo "Emblem", compatibile con la Risonanza Magnetica.

"La tecnica – aveva spiegato il primario Ottani -, è nota come chirurgia intermuscolare. Grazie alle sue caratteristiche di “non invasività” (il sistema non necessita dell’inserimento di elettrocateteri nel cuore), il defibrillatore sottocutaneo, (messo a punto da Boston Scientific, ndr), costituisce una straordinaria alternativa, in termini di efficacia e di sicurezza, rispetto ai defibrillatori tradizionali. Un dispositivo di ultima generazione che, non toccando né il cuore né i vasi sanguigni, richiede una procedura d’impianto minimamente invasiva, permettendo ai medici di intervenire in condizioni di grande  sicurezza ed eliminando le possibili complicanze (infezioni, rotture, malfunzionamenti)
spesso legate proprio all’inserimento di elettrocateteri nel cuore, oltre a permettere di ottenere importanti benefici funzionali ed estetici".

Il primo impianto è stato eseguito su un paziente maschio di 70 anni affetto da una cardiomiopatia secondaria e infarto del miocardio con pregresso intervento di by-pass privo di accessi venosi. E il defibrillatore sottocutaneo  è risultato essere la migliore opzione terapeutica per il paziente”. Il secondo intervento, identico al primo, invece su una donna anche lei affetta da cardiomiopatia.

Contro la morte cardiaca improvvisa

È grazie al fatto che la ricerca in campo medico prosegua “instancabilmente” che sono state messe a punto nuove soluzioni terapeutiche in grado di prevenire e di sconfiggere la morte cardiaca improvvisa (SCD- sudden cardiac death) che ogni anno uccide 50.000 persone in Italia e 350.000 in Europa. Fra le innovazioni più recenti rientrano i defibrillatori impiantabili sottocutanei (S-ICD) che non toccano il cuore e i vasi sanguigni e che si sono dimostrati di grande efficacia nel prevenire la morte cardiaca improvvisa.

Continua a leggere su Primalamartesana.it

Seguici sui nostri canali