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Il maestro Brena "racconta" il Barbiere di Siviglia, aspettando la "prima" a Caravaggio

L'Opera era la Hollywood dell'Ottocento: una fucina di cultura popolare, per buona parte italiana, che "non morirà mai". La parola al maestro che dirigerà l'orchestra a San Bernardino.

Il maestro Brena "racconta" il Barbiere di Siviglia, aspettando la "prima" a Caravaggio
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È una delle opere liriche più note e amate di sempre, talmente radicata nell'immaginario collettivo che le sue arie più conosciute sono ormai un patrimonio culturale universale, impossibile non fischiettarle. Eppure, vuoi perché l'Opera rischia spesso di passare per musica d'élite, da salotto,  non tutti conoscono la storia del "Barbiere di Siviglia" di Giacchino Rossini. In attesa della rappresentazione del 12 luglio a Caravaggio - la prima di un'opera in forma completa, da anni, nella Bassa - abbiamo fatto quattro chiacchiere con il maestro Antonio Brena, che dirigerà l'orchestra a San Bernardino. Dischi alla mano, il maestro ci ha guidato nell'ascolto di alcune delle arie più famose, in una lunga intervista che tocca anche il tema del futuro dell'Opera e della sua riscoperta popolarità. Clicca su play per ascoltarla.

Il maestro Brena racconta il Barbiere di Siviglia

La trama

Il «Barbiere di Siviglia» è un’opera buffa di Gioacchino Rossini, commissionata dell’impresario Francesco Sforza che la mise in scena per la prima volta al teatro San Carlo di Napoli nel 1816. L’opera è divisa in due atti e racconta della storia d’amore fra il Conte di Almaviva e Rosina, la quale convive con il suo tutore Don Bartolo, intenzionato a sua volta a sposare la giovane ragazza. Il Conte si fa aiutare nel suo intento da Figaro, barbiere della città, e da Don Basilio, inizialmente complice di Don Bartolo al quale suggerisce di screditare “Lindoro”, ovvero lo stesso Conte sotto mentite spoglie, agli occhi di Rosina.

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Nella foto in alto: il maestro Antonio Brena sul podio

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