Tempo di pensione

Il "grazie" di Treviglio alla preside Maria Gloria Bertolini

Dopo 14 anni alla guida dell'Oberdan è stata salutata e celebrata dall'Amministrazione e dall'intera città.

Il "grazie" di Treviglio alla preside Maria Gloria Bertolini
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Un omaggio e un ringraziamento forte e commosso alla professoressa Maria Gloria Bertolini, dirigente dell'Isis Oberdan negli ultimi quattordici, faticosi ma entusiasmanti anni di scuola. Anni di cambiamenti, di scelte, di rischi presi e di sfide vinte. Venerdì scorso, negli ultimi giorni della sua vita lavorativa, prima del pensionamento, si è tenuto il saluto alla dirigente, alla presenza dei colleghi e delle istituzioni del territorio.

Il grazie di Treviglio a Maria Gloria Bertolini

Per l'occasione è stata scelta la cornice del Tnt Teatro di piazza Garibaldi per sottolineare il peso avuto e il ruolo apprezzato nell'intera comunità trevigliese, rivestiti dalla dirigente scolastica. Simbolicamente, questa scelta ha significato l'abbraccio di tutta la città, come ha voluto rimarcare lo stesso sindaco di Treviglio, Juri Imeri, presente all'incontro, insieme con la vicesindaco, Pinuccia Zoccoli Prandina.

Impegno e collaborazione con parrocchia e Comune

L'Amministrazione comunale ha omaggiato la professoressa con una targa.

"Per la lungimiranza nel proporre offerte formative qualificanti e innovative – si legge nell'attestato, consegnato dal sindaco e dalla vicesindaco nelle mani di Bertolini – Per l'impegno quotidiano al servizio della scuola e degli studenti, per la costante e proficua collaborazione con le istituzioni. Grazie".

Sul palco del Tnt, per un breve intervento di saluto, è stato coinvolto anche monsignor Norberto Donghi, prevosto di Treviglio e responsabile della Comunità pastorale "Madonna delle Lacrime".

"La gratitudine è la più bella virtù – ha sostenuto don Norberto – E anche io ringrazio la professoressa per gli anni di confronto e di collaborazione, che c'è stata tra la scuola e la parrocchia: una collaborazione viva, energica e propositiva".

E' tempo di pensione e nuovi obiettivi

E i traguardi raggiunti dall'Oberdan, plasmato dalla dirigente e dalla qualità dei tanti docenti dell'istituto, sono sotto gli occhi di tutti: sei gli indirizzi di studio (tre liceali e tre tecnici), la sperimentazione (tra le prime scuole in Italia a farlo) del percorso quadriennale (ora in chiusura di ciclo), le collaborazioni articolate e significative con le realtà istituzionali, associative ed economiche del territorio, e infine l'aumento progressivo della popolazione scolastica (che nell'ultimo anno ha raggiunto le quasi 1600 unità).

"Un viaggio intenso, faticoso, sempre al galoppo"

"I ringraziamenti a tutti coloro che, ieri come oggi, hanno creduto nel lungo Viaggio, impegnativo e bellissimo, che ci ha portato a essere un campus. Solo i sogni condivisi divengono realtà – ha detto, leggendo un intervento poi pubblicato anche in rete, la "preside" Bertolini, visibilmente commossa per il pubblico e per l'omaggio della scuola e della città - La Storia era dalla nostra. Una storia lunga novant'anni. L'Oberdan è a Treviglio dal lontanissimo 1931. Avevamo solide radici. L'albero non poteva che crescere, frondoso e spettacolare".

"Il mio viaggio all'Oberdan è stato intenso, a tratti faticoso, spesso impegnativo, sempre al galoppo. In una parola, bellissimo. L’Oberdan è stato l’Istituto che ho scelto, dopo che, lasciata la cattedra di Italiano e Latino al Liceo Scientifico con 23 anni di insegnamento addosso, mi avviavo verso una fase nuova della mia vita – ha continuato - Cosa avevo in valigia per il viaggio che mi accingevo a compiere? L'Etica del lavoro, appresa in famiglia, con la passione dell'impegno. L’Energia, la Curiosità, la Determinazione, regali del mio carattere o delle stelle. Il Metodo e l’Organizzazione, affinate al Liceo e in Università. La Volontà e la Passione di crescere, insegnate con l’esempio ai miei studenti e a mia volta imparate dagli stessi".

Il desiderio di salutare gli studenti

Una dedizione completa al ruolo, difficile ma emozionante, per la promozione culturale e umana degli studenti, con la forza, la convinzione e, a tratti, la durezza che le scelte impongono. Sempre però nell'interesse del progetto in divenire e nella difesa professionale dell'istituzione e dei suoi componenti, come da più parti riconosciuto.

"Il mio pensiero va quindi a Tutti Voi, ‘costruttori di futuro’. A chi c’era ieri, a chi c’è oggi. A chi è qui, a chi non c’è. A chi mi ha amato e chi no - ha detto ancora - L'unico rammarico è non aver potuto salutare gli studenti come avrei dovuto. Spero però che nelle prossime settimane si trovi un'occasione a scuola per incontrarli e ringraziarli per la passione e l'impegno, almeno quelli delle classi terminali, dopo un anno e mezzo di pandemia, di cambiamenti necessari e imprevedibili, in cui loro per primi hanno dovuto fare sacrifici enormi".

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