Il gioco delle bocce nelle Rsa, presentato il progetto "Invecchiamento attivo"
Voluto dal Coni, dalla Federazione Italiana Bocce (Fib) e dalla Regione Lombardia è stato presentato venerdì 18 aprile, al bocciodromo del centro sportivo
"Invecchiamento attivo - Il gioco delle bocce": un progetto pilota da mettere in atto nelle province di Bergamo, Como e Varese voluto dal Coni, dalla Federazione Italiana Bocce (Fib) e dalla Regione Lombardia, per portare all’interno delle case di riposo un gioco che vanta origini antichissime. E' stato presentato a Caravaggio venerdì 18 aprile, al bocciodromo del centro sportivo.
Bocce nelle Rsa
Accolti dal vicesindaco Ivan Legramandi e dal presidente della bocciofila Samuele Minetti, i rappresentanti della Federazione Giuseppe Asperti, delegato per Bergamo e Sergio Ripamonti, presidente regionale, insieme al rappresentante dell’Ats Bergamo Daniele Belotti e al campione di Zogno Massimo Bergamelli hanno presentato un progetto che coinvolge le case di riposo della provincia bergamasca. Un’iniziativa innovativa che si propone di aiutare gli anziani a fare attività fisica e a socializzare tra loro e non solo. L’idea infatti è quella di creare spazi aperti a tutti, favorendo l’integrazione anche con persone esterne alle strutture. Per gli ospiti autonomi inoltre saranno messi a disposizione i campi degli impianti locali. Un progetto iniziato sei mesi fa con corsi on line rivolti ai responsabili delle 36 Rsa bergamasche che vi prenderanno parte. Ai giocatori verranno fornite bocce idonee, più leggere e utilizzabili su superfici diverse, e i più brillanti parteciperanno alla festa finale, sfidando comaschi e varesini. L’incontro si è concluso sui campi dell’impianto caravaggino, che a breve sarà oggetto di un’importante riqualificazione.
Uno sport sempre più inclusivo
"Questo è un progetto pilota nato dall’accordo siglato a marzo 2024 in cui la nostra Federazione crede moltissimo - ha spiegato Ripamonti - perché migliorare la qualità della vita alle persone anziane e con qualche problema di salute è fondamentale. Il nostro sport è inclusivo perché da quando si è insediato il nuovo presidente il movimento dei giocatori paralimpici ha avuto un grande incremento: siamo passati da 10-11 società a 1100 in tutt’Italia, da 100 tesserati a 8000. Segno di un'attività eccezionale e questo progetto è un’ulteriore manovra di inclusione. Chi tra gli ospiti delle 36 case di riposo coinvolte sarà in grado di partecipare a delle gare, a piccoli tornei, e otterrà il maggior punteggio, potrà partecipare a una manifestazione finale dove incontrerà i giocatori della ventina di Rsa che fanno riferimento all’Ats Como-Varese. A breve definiremo sia la data che il luogo dove si terrà”.
"Porto i saluti del direttore generale dottor Massimo Giupponi e della direttrice sociosanitaria Barbara Caimi - ha affermato Belotti - mi hanno incaricato di ringraziare gli operatori delle Rsa, perché senza di loro questo progetto non partirebbe: sono impegnati in maniera costante tutti i giorni e, se hanno deciso di dedicare del tempo anche a questo progetto, vuol dire che tengono veramente in considerazione i loro ospiti. Ats lavora in sinergia con le strutture per incentivare anche questa attività, che può migliorare la qualità della vita degli anziani e favorire il cosiddetto 'invecchiamento attivo'. Oggi gli ospiti sono diversi da quelli di 40 anni fa, hanno abitudini differenti e quindi queste iniziative di sportive di mantenimento dell’attività fisica viene sempre accolta con entusiasmo. La Federazione italiana bocce, tramite la Regione, ha individuato le Ats disponibili ad attuare il progetto, quella di Bergamo e quella di Como-Varese: faranno da capofila per verificare se possa essere esteso a livello regionale e nazionale. La selezione delle Rsa è stata effettuata attraverso la somministrazione di un questionario a tutte e 67 le Rsa bergamasche per capire chi avesse gli spazi idonei. Tuttavia tra quelle che ne sono prive, alcune si sono rese disponibili a portare gli ospiti a giocare nelle bocciofile vicine".
La realtà della bocce in provincia di Bergamo
"Nella Bergamasca sono 24 le società iscritte alla Fib rimaste e dopo le Rsa andremo a visitarle tutte, mille tesserati, 35 impianti al coperto e 15 campi scoperti - ha affermato Asperti - il Comitato di Bergamo, tra i più importanti, organizza 50 gare, in particolare a Verdello partecipano giocatori da tutt’Italia e i fondi delle iscrizioni vengono donati all’associazione 'Garavaglia' che opera nel settore dell’oncologia. Abbiamo messo in campo anche un progetto per avvicinare i giovani: a Zogno si stanno già attuando sette corsi nelle scuole, con i tecnici della federazione”.
“L’anno prossimo dovrebbe cominciare un corso al liceo 'Galileo Galilei' di Caravaggio - ha aggiunto Minetti - inoltre nel nostro bocciodromo sono già attive gare per disabili, la prossima si giocherà il 29 maggio”.
A prendere la parola anche il vicesindaco.
"Per ragioni personali ho apprezzato l'apertura verso le persone diversamente abili che sta portando avanti il nostro presidente Minetti e capisco l’importanza di creare questi momenti di inclusione e condivisione con le persone normodotate - ha detto Legramandi - quindi non posso che essere contento anche di questo nuovo progetto nelle Rsa e mi rendo disponibile per qualsiasi vostra necessità".
Poi ha accennato al progetto di riqualifica del bocciodromo con fondi regionali.
"Inizieremo a breve grazie a Regione Lombardia che ci ha creduto e ci ha messo nelle condizioni di cogliere queste opportunità".
Le Rsa e i problemi di trasporto
I responsabili delle Rsa presenti hanno accolto con favore il progetto, tuttavia hanno segnalato alcune difficoltà relative non solo agli spazi interni alle strutture, che verranno visionati dai tecnici della Fib, Vi sono poi problemi di accesso ai bocciodromi, dove non sempre sono presenti gli scivoli per le carrozzine, e di trasporto per arrivarci.
"Prima del Covid abbiamo svolto attività coinvolgendo anche i ragazzi dell’oratorio - ha spiegato Alberto, il delegato della Rsa di Calvenzano - quindi siamo disponibili a partecipare a questo progetto nella nostra struttura ma non a spostarci, perché non abbiamo pulmini attrezzati per le carrozzine” .
Un problema serio, che va oltre il progetto in questione, e che accomuna diverse Rsa.

Da sinistra Bergamelli, Minetti, Legramandi, Asperti, Rigamonti e Belotti



