Cividate

Il castello di Cividate che vide passare il Barbarossa

Un milione di euro per far rivivere il Ricetto. Grazie a Regione Lombardia, il cuore del borgo torna a vivere.

Il castello di Cividate che vide passare il Barbarossa
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Un milione di euro per far rivivere il castello. Il Comune di Cividate è stato uno dei maggiori destinatari del contributo di Regione Lombardia che attraverso il bando «Borghi storici» ha stanziato fondi per il recupero storico urbano dei paesi della Lombardia. Il progetto premiato da Regione è quello relativo al recupero del castello, un punto che l'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Forlani aveva tra la priorità nel programma elettorale.

La storia

Il castello-ricetto occupa l'estrema punta del terrazzo alluvionale, sul quale sorge il centro storico di Cividate al Piano, di probabile origine romana. Sul vertice del terrazzo si stanziarono e si fortificarono gli abitanti superstiti delle distruzioni operate dai barbari, che tra V e VI secolo, raggiunsero la Lombardia percorrendo la via militare romana Brixia-Mediolanum, che passava l’Oglio appena sotto Cividate. Il piccolo insediamento, già protetto naturalmente sui lati settentrionale e orientale dalla scarpata del terrazzamento, fu circondato sui restanti lati da una profonda fossa larga circa 60 metri in parte ancor oggi esistente. Nell'alto Medioevo alla sua estremità settentrionale fu eretta la cosiddetta «rocchetta», a sua volta separata dal resto dell’abitato da un modesto fossato interrato da tempo. Praticamente la popolazione di Cividate al Piano rimase all’interno di quest’area fortificata fino al XIV secolo quando, distrutta la vicina Cortenuova dai bergamaschi nel 1237, ne accolse parte degli abitanti.

Le battaglie e la distruzione

All'inizio del XIII secolo il piccolo borgo era già comune rurale ghibellino fedele a Bergamo, di cui condivideva gli statuti e ne costituiva l’estremo baluardo meridionale. Nei suoi dintorni furono combattute le battaglie delle Grùmore nel 1156 e della Malamorte nel 1191 tra bergamaschi e bresciani. Nel 1237 da questo luogo la guarnigione bergamasca segnalò a Federico II il passaggio dell’Oglio da parte dell'esercito della Lega diretto a Cortenuova, contribuendo così alla vittoria imperiale. Il 4 luglio 1404 una banda di 2000 guelfi lodigiani riuscì a penetrare nel recinto fortificato, saccheggiando e mettendo a ferro e fuoco le abitazioni. Probabilmente in tale frangente la rocchetta subì danni tali da non poter più essere ricostruita. Con la conquista veneziana del 1428 le fortificazioni e le abitazioni interne furono in gran parte ricostruite, sia per ospitare gli abitanti, sia per alloggiare la guarnigione militare a controllo del vicino confine del Fosso Bergamasco.

Dal XV secolo, infatti, il piccolo borgo divenne praticamente un «ricetto», dove potevano trovare rifugio, in caso di pericolo, gli abitanti che abitavano anche all’esterno del complesso fortificato nella cosiddetta «villa». Attorno al 1460 Bartolomeo Colleoni acquistò tre casette consecutive della cortina occidentale, che fece poi sopraelevare di un piano (l’edificio era noto come la Domus Magna della Misericordia) Nel corso dei pacifici secoli XVIII e XIX la maggior parte delle antiche famiglie che vi risiedevano, si trasferì all’esterno del fossato e le vecchie dimore del ricetto furono occupate dalle famiglie più povere. Negli anni Cinquanta dello scorso secolo il castello-ricetto era considerato il quartiere più povero e problematico del Comune. 

Zona residenziale

Oggi all'interno del recinto fortificato vivono dodici famiglie. Le due cortine di edifici prospettanti sulle mura a est e a ovest sono in gran parte conservate, mentre vi sono dei vuoti nella doppia cortina centrale. La cortina di case a occidente è stata prolungata verso il 1970 con altre tre piccole casette in «stile medievale» con facciate di sassi. Dell'antica rocchetta restano alcuni ruderi di notevoli dimensioni e altezza, cui però fu addossato negli stessi anni un altro edificio ancor oggi incompiuto e che l'Amministrazione comunale intenderebbe acquisire. Il ponte e i due archi d'accesso (quello esterno quattrocentesco e quello interno più antico) sono stati recentemente restaurati a spese dell'Amministrazione comunale. Le due strade parallele sono oggi asfaltate e convergono in una piazzetta posta all'estremità settentrionale dov’era la rocchetta.

Il progetto di riqualificazione

Quest'area è attualmente oggetto di intervento con fondi erogati dalla Regione col bando. L’edificio appena restaurato rivela tracce di un porticato aperto a pianterreno: era forse l'antica sede del comune? Domande che troveranno una risposta con la nuova tranche d’intervento di riqualificazione già predisposto dal Comune che diventerà esecutivo con i fondi erogati da Regione.

"E’ un progetto a cui teniamo e al quale abbiamo cominciato a lavorare già dal primo mandato.- ha detto il sindaco Gianni Forlani – Ora con i fondi ricevuti faremo un grande passo avanti e il castello tornerà ai fasti medievali".

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