Treviglio

Gherardo Colombo e il capitano Testa "in cattedra" per parlare di legalità

E' andato in scena oggi, giovedì 7 aprile, l'incontro promosso dal Comune di Treviglio con l’Istituto Salesiani Don Bosco e l’Ufficio Scolastico provinciale.

Gherardo Colombo e il capitano Testa "in cattedra" per parlare di legalità
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E' andato in scena oggi, giovedì 7 aprile, l'incontro promosso dal Comune di Treviglio con l’Istituto Salesiani Don Bosco e l’Ufficio
Scolastico provinciale per la Giornata della Trasparenza, Legalità, Anticorruzione.

Giornata della legalità al Tnt

L’evento, che si è tenuto al Tnt di Treviglio, ha visto la presenza delle autorità, del sindaco Juri Imeri, delle forze dell’ordine, e di un gruppo consistente di studenti del 4° e 5° anno della scuola Salesiani. La trasmissione sul canale youtube di Treviglio ha consentito ad altri alunni di seguire l’incontro anche dalla propria aula. Coordinate da Giuseppe Mendicino, responsabile comunale dell’anticorruzione e trasparenza, sono state presentate due relazioni: quella di Gherardo Colombo, presidente dell’Associazione sulle regole e già Magistrato, e quella di Filippo Testa, Comandante della Compagnia Carabinieri di Treviglio.

Rispetto non perché devo ma perché voglio

Colombo ha scelto subito lo stile di una conferenza “peripatetica”, scendendo dal palco, avvicinandosi agli studenti, affrontando i temi complessi della legalità con una forma colloquiale. Regole e trasgressione, legge e punizione, Costituzione, obbedienza e partecipazione. A che cosa serve una punizione? Per ottenere obbedienza? Ma le regole vanno osservate per timore della sanzione? Che cosa frena l’impulso
trasgressivo pur sapendo che esiste una norma?

Gherardo Colombo ha riportato la riflessione sulla Costituzione, al suo scopo che parte dall’idea di una società orizzontale, di una democrazia partecipata, alla libertà come spazio per tutti, alla regola vissuta come un valore personale che fa dire “rispetto non perché devo, ma perché voglio”. La parola “noi” è stata contrapposta a un io fuori dalla cittadinanza, un noi come comunità consapevole del valore della legge che riconosce il diritto come appartenente a ogni uomo.

C’è una trasgressione che può far progredire la norma? Certo, quando essa riporta a statuti che salvaguardano la persona, e un esempio per tutti è stato quello di Rosa Park. L’ex magistrato ha sottolineato così anche l’importanza di una pedagogia del riconoscimento reciproco, di un’educazione al rispetto della dignità di ciascuno che porta al progresso della società. Contribuire alla giustizia, allora, è un compito che tocca anche a ognuno di noi, nel nostro quotidiano, nella famiglia, nel lavoro, nella scuola.

Il capitano Testa e la violenza di genere

Interessante anche l'intervento del Capitano Testa. Centrato sulla violenza di genere, ha mostrato un video toccante, un cortometraggio del 1999 pluripremiato: Piccole cose non quantificabili. Col corto si è voluto mostrare la ritrosia alla denuncia, il pudore e la difficoltà all’espressione, il senso di depauperamento delle vittime di violenza e la capacità delle forze dell’ordine, appositamente formate, a cogliere le forme di violenza inespresse, per poi poterle trattare.

L’incontro si è concluso con l’augurio di un nuovo evento che porti i giovani a confrontarsi con una giustizia e una legalità che siano garanzia per tutti.

“Se i cittadini non comprendono le regole essi tendono ad eludere le norme quando le vedono faticose e a violarle quando non rispondono alla loro volontà. Perché la giustizia funzioni fuori e dentro i tribunali, perché ci sia giustizia è necessario che cambi tale rapporto” (da
Sulle regole, G. Colombo -Feltrinelli). Per questo i giovani e la scuola devono essere i primi interlocutori di questa speranza, di quello che deve essere un ideale ma anche un programma.

Maria Nicoletta Sudati

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