Milanese

Firmano una petizione e i loro dati finiscono sul sito del Comune, in barba alla privacy

Clamoroso errore a Grezzago: decine di dati - nomi, cognomi, età, luogo di nascita e numero della carta d'identità - sono finiti online per quattro giorni.

Firmano una petizione e i loro dati finiscono sul sito del Comune, in barba alla privacy
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I dati dei cittadini di Grezzago che quest'estate avevano firmato una petizione sul centro sportivo sono stati visibili da martedì 30 novembre a ieri, venerdì 3 dicembre 2021. Un clamoroso errore che ha fatto parecchio discutere, come riporta Primalamartesana.it, il piccolo Comune della Martesana, vicino a Trezzo.

I dati personali di trecento cittadini di Grezzago visibili a tutti

Da quando ci sono la legge sulla privacy e sulla tutela dei dati personali siamo tutti molto attenti a dove finiscono le informazioni. E, come vuole la normativa, dev'esserci il nostro specifico consenso al loro utilizzo. Persino per avere una tessera di un supermercato si devono firmare le apposite clausole. Eppure circa trecento cittadini di Grezzago non hanno avuto parola in merito: i loro nomi, cognomi, data e luogo di nascita e numero identificativo della carta d’identità sono stati resi pubblici sul sito Internet comunale per tre giorni. All'albo pretorio, in allegato alla delibera sulla mozione sul centro sportivo discussa lunedì sera in Consiglio, è stata giustamente allegata la stessa mozione, ma anche la petizione che le opposizioni avevano promosso quest'estate raccogliendo circa trecento firme.

Lo sconcerto dei consiglieri di minoranza

I primi firmatari della raccolta firme sono proprio i rappresentanti delle opposizioni Cristian FantinoFabio Tavezzi e Giovanni Vergani.

"Il susseguirsi di segretari comunali, aventi l’onere di supervisionare il corretto operato dei dipendenti, i continui avvicendamenti verificatisi all’interno della Giunta e tra i consiglieri non facilitano il compito di coloro che sono deputati al funzionamento della macchina amministrativa - hanno commentato - Non possiamo esimerci, però, dallo stigmatizzare quanto accaduto e siamo profondamente delusi che la fiducia riposta da quanti hanno sottoscritto e condiviso la nostra mozione sia stata tradita nonostante ci fossimo adoperati a tutelare i dati dei sottoscrittori con tutti i mezzi informatici a nostra disposizione".

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