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Donne, cinque racconti di vita tra sogni e fatiche

Dal centro antiviolenza non solo tragedie ma storie per valorizzare la figura femminile

Donne, cinque racconti di vita tra sogni e fatiche
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Non solo tragedie e percorsi segnati da soprusi e maltrattamenti, il "Gruppo No alla Violenza" di Martinengo punta i riflettori anche su donne che, con immaginazione, talento e impegno hanno raggiunto i loro sogni, contribuendo alla crescita della città.

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Centro antiviolenza: "Valorizziamo le donne parlando anche di esperienze positive"

A raccontarsi venerdì 28 marzo nella sala consiliare del Filandone, gremita, sono state in cinque: Maria Luisa Cavati, Linda Giupponi, Elisabetta Manenti, Nicole Merisio e Maria Poloni, durante la serata introdotta dalla responsabile della biblioteca Emanuela Zappalalio e dai referenti del gruppo Sauro Olivari e Adriana Belotti.

"Storie 'normali' dalle quali però emergono grande determinazione e a volte grande sofferenza per arrivare a raggiungere uno scopo, donne che sono un esempio per tutti noi - ha spiegato Belotti - abbiamo voluto che fossero rese pubbliche perché nel mese di marzo, che accoglie la 'Giornata internazionale contro la violenza sulle donne', fosse il momento valorizzarle parlando anche di esperienze positive".

La parola è subito passata alle protagoniste, che hanno sintetizzato le loro esperienze di vita rispondendo a tre domande: "Chi siete e qual è la vostra frase rappresentativa?". "Quale evento o esperienza di vita ha contribuito a fare di voi le persone che siete oggi?". "Qual è il messaggio che volete lasciare?".

Maria Luisa Cavati

Sono una commerciante 59enne titolare di "Emozioni - Abiti per le spose", sposata, madre di due figli e nonna. Ormai 36 anni fa ho aperto con un po’ di fortuna e tanti sacrifici il mio negozio. La frase che più mi rappresenta è “se un’emozione la senti conviene viverla” perché io ho creduto in questo sogno ma se non avessi avuto i miei collaboratori e la famiglia che mi ha sostenuto non ce l’avrei fatta. Ci sono volute pazienza e anche incoscienza, non è stato facile ma ho avuto tante soddisfazioni. Il punto di svolta per me è quindi stato aprire l’attività, come avevo sempre desiderato e il messaggio che lascio è questo: se avete un sogno cercate di realizzarlo".

Linda Giupponi

"Sono un'insegnante 25enne della scuola dell’infanzia cittadina "Sacro Cuore", influecer su Tik Tok e scrittrice. Durante la pandemia ho iniziato a fare esperienza sui social perché molti genitori a casa non sapevano quali attività proporre ai loro bambini e mi è stato chiesto di condividere quelle che facevo in classe e così i libri per loro. Poi sono stata contattata da case editrici perché condividessi i loro testi e poi una di esse mi ha proposto di scriverne uno e per me è stata la gioia più grande. La mia frase è questa: 'Essere bambini è un viaggio, non una gara' perché molti genitori paragonano i bambini ma ognuno ha i suoi tempi e vanno rispettati. A portami qui quindi è stato l’incontro con i social ma anche le colleghe che hanno creduto in me agli inizi della mia carriera di insegnante, più di quanto non facessi io. Il mio messaggio? Non abbiate paura di essere chi volete, siate coraggiosi".

Elisabetta Manenti

"Sono un'insegnante, atleta e istruttrice di atletica 40enne, sposata e mamma di tre bambini. Ho cominciato a fare atletica alle elementari al centro sportivo  'Il Tiro', avevo talento e mi divertivo, ho vinto qualche campionato italiano e sono entrata a far parte della Nazionale giovanile. Poi però a 19 anni mi sono ammalata di anoressia. Dopo due anni ho capito che ero malata e da sola non ce la potevo fare, quindi mi sono ricoverata in una casa di cura dove sono rimasta tre mesi. Stavo in un appartamento con altri ragazzi e l’équipe che ci seguiva. Sono guarita, ho conosciuto mio marito e sono tornata a fare atletica e nel mio piccolo ho vinto un campionato europeo: non bisogna arrendersi per cui la mia frase è 'volere è potere'. L’esperienza che mi ha fatto diventare quello che sono è quella dello sport, che mi ha insegnato i valori dell’impegno, della costanza ma con il divertimento che ti aiuta ad affrontare sacrifici quotidiani; ma anche l’allontanamento dalla mia famiglia quando sono stata male, che mi ha fatto capire il valore di averla accanto tutti i giorni. Il mio messaggio è questo: rimanete costantemente innamorati della vita".

Nicole Merisio

"Sono una 35enne registrar del museo egizio di Torino. Non sapevo cosa fare da grande e mi sono iscritta al liceo linguistico e lì c’è stato un colpo di fulmine con l’arte e quindi ho proseguito studiando storia dell’arte ma il mondo della cultura è piuttosto inaccessibile in Italia e sono andata a lavorare nel mondo degli eventi ma era comunque difficile. La mia frase è 'il fallimento è importante', perché così ci si fanno le ossa. Un amico mi ha segnalato che un’azienda cercava una figura nell’ambito del trasporto dell’arte e ci sono andata: grazie a questa esperienza sono entrata al museo egizio e lì sono stata selezionata come registrar: mi occupo della gestione delle opere e delle installazioni di arte. L’evento che mi ha portato a quello che sono oggi è il colpo di fulmine di cui parlavo dopo l’incontro con un’opera del Caravaggio. Il messaggio che voglio lasciare è credete sempre in voi stessi".

Maria Poloni

"Sono una pensionata classe 1940, ex infermiera e volontaria in missione in Uganda. Ho lavorato prima in diversi reparti e poi in sala operatoria per 18 anni. Nel 1982 mi sono occupata di medicina preventiva a Romano, poi di medicina scolastica e infine di alcolismo. Nel 1988 sono poi partita per l’Uganda devastata dalla guerra civile e ci sono rimasta tre anni, ho visto realtà inimmaginabili, per questo la mia frase è “viaggiare per il mondo, imparando, organizzando, lottando e condividendo”. Al rientro ho lavorato al Pronto soccorso dell’ospedale di Romano fino alla pensione. A segnare la mia vita è stata l’esperienza in Africa e i tumori contro i quali ho combattuto e il messaggio che lascio è di girare il mondo per conoscere e anche rivalutare quello che si ha".

Per tutte è arrivato l’omaggio floreale del sindaco Pasquale Busetti.

 

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