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Dal Brasile alla ricerca delle origini, Oldoni riuniti dopo un secolo e mezzo

Luigi partì nel 1882 con moglie e figlioletto, da allora i due rami della famiglia non si erano più ritrovati. Fino a sabato 19 luglio con la rimpatriata in città

Dal Brasile alla ricerca delle origini, Oldoni riuniti dopo un secolo e mezzo
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Dopo cinque generazioni gli Oldoni di Caravaggio e quelli emigrati in Brasile, separati dall’oceano per quasi un secolo e mezzo, si ricongiungono come a chiudere un cerchio invisibile.

La ricerca delle origini

Una bella storia, di quelle che finiscono per sciogliere in un abbraccio tutti i protagonisti, in questo caso i rami della famiglia caravaggina sviluppatisi su due continenti diversi, eppure in grado di ritrovarsi.

"Nel 1882 Luigi Oldoni partì dal rione Porta Prata alla volta della città di Santa Caterina, nel sud del Brasile - ha raccontato il noto narratore Alberto Di Monaco, suo parente per via della bisnonna Angela Oldoni, nipote di Luigi - con sé la seconda moglie, la prima infatti era morta di parto, e il figlioletto Giovanni. Non era una famiglia disagiata quella d’origine, anzi, tuttavia probabilmente in quel momento non ce n’era per tutti e lui decise di cercar fortuna in Sud America. Per molto tempo tra parenti si sono scritti ma col passare degli anni e la morte dei più anziani la corrispondenza si è fatta più rada e alla fine si è interrotta".

Poi, all’improvviso, una lettera dal Brasile.

"Nel 2006 Ivomar Oldoni, 50enne veterinario residente nel Paese carioca, ha effettuato una ricerca su internet recuperando gli indirizzi di tutti gli Oldoni che vivono a Caravaggio - ha spiegato - inviate le lettere, nessuna risposta, probabilmente perché la sua ricerca dei lontani parenti ha suscitato diffidenza. Tuttavia una di queste missive è arrivata anche alla moglie di un cugino di mia nonna, morto già da qualche anno. Sapendo dei nostri parenti emigrati, ha deciso di portarla alla mia prozia, che era la cugina di Luigi. La lettera era scritta in portoghese con qualche parola in italiano, per cui l’ha data a me per vedere di sbrogliare la matassa: traducendola è saltato fuori che era proprio uno dei nostri parenti... Infatti mia nonna si ricordava di loro. Gli ho risposto un po’ in inglese e un po’ in italiano e abbiamo ripreso i contatti tra le famiglie via e-mail, scambiandoci informazioni e fotografie".

Dal Brasile a Caravaggio sulle orme degli avi

Una gioia per tutti, che è stata ancora più grande quando i brasiliani hanno deciso di venire in Italia per le vacanze.

"A febbraio ci hanno scritto che sarebbero andati a Roma e poi a Milano, quindi avrebbero voluto passare da noi a Caravaggio - ha continuato Di Monaco - Sabato scorso ci siamo incontrati, Ivomar è venuto con moglie e due figli di 13 e 10 anni e ha conosciuto parte della nostra famiglia... È stata una bella emozione per tutti, diciamo che si è chiuso un cerchio: la mia bisnonna si chiedeva sempre che fine avessero fatto quei familiari andati così lontano e se un giorno li avrebbe rivisti... Non è stato difficile comunicare perché parlano abbastanza bene l’italiano, lo hanno studiato. Ivomar parla anche qualche parola di bergamasco ma soprattutto il veneto, perché la mamma era di origine veneta. Lui è il tris nipote di Luigi e gli abbiamo mostrato il luogo da dove era partito, in via Guzzasete: oggi c’è un condominio ma prima lì sorgeva una cascinetta. Poi una breve visita in città, con un pranzo nel locale di Porta Prata gestito dai discendenti Oldoni, la visita in piazza Castello, in piazza Garibaldi, al Santuario, al complesso di San Bernardino e alla casa di Michelangelo Merisi, quindi cena da 'Piturèlo'".

Un’esperienza indimenticabile.

"Dopo cinque generazioni si sono riannodati dei fili - ha concluso ancora emozionato Di Monaco - gli è piaciuta molto la terra dei loro avi... L’intenzione è di rivederci, loro vogliono tornare e noi andare da loro".