Regione Lombardia

Casa, un piano da 1,5 miliardi per i lombardi

L’assessore regionale Paolo Franco spiega le politiche abitative per contrastare il caro affitti e l’aumento dei costi, tra edilizia popolare e housing sociale

Casa, un piano da 1,5 miliardi per i lombardi
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La Lombardia oggi si trova di fronte a una sfida urgente: l'aumento vertiginoso dei costi degli affitti e delle abitazioni. Tuttavia, la Regione non sta rimanendo con le mani in mano di fronte a questa emergenza, lo dimostra il lancio del primo bando dedicato all’housing sociale, che aprirà il 19 marzo e prevede finanziamenti per 14 milioni di euro. Per approfondire le misure adottate e le strategie future, abbiamo intervistato Paolo Franco, assessore alla Casa e all'Housing sociale di Regione Lombardia.

Oggi i costi aumentati per affitti e casa in Lombardia sono sotto gli occhi di tutti, quali misure sta adottando la Regione?

"Innanzitutto bisogna tenere conto del fatto che la Lombardia è grande, ad oggi l’aumento dei prezzi degli alloggi è un fenomeno che sta riguardando principalmente le città capoluogo e soprattutto Milano, dove a causa della mancata programmazione urbanistica degli ultimi 10 anni minimo risulta veramente un grande divario del rapporto domanda offerta. Nella città metropolitana la possibilità di fruire di alloggi è diventata difficile anche per il cosiddetto “ceto medio” e questo è dovuto a uno sconsiderato rapporto tra domanda e offerta, che nasce da una mancata programmazione dell’edilizia residenziale pubblica. Oggi dobbiamo lavorare su Milano, per poi applicare questi ragionamenti anche alle altre città capoluogo ed evitare che si arrivi alla stessa situazione di emergenza. Regione Lombardia sta quindi operando su due aspetti fondamentali: da un lato la garanzia del mix abitativo e dall’altro la rivalorizzazione del patrimonio pubblico degli alloggi. Per questo abbiamo approvato una nuova normativa che consente alle singole sedi Aler di riservare fino al 15% degli alloggi per le fasce di reddito medio-basse, quindi con Isee tra i 10.000 e i 16.000 euro, che nella città di Milano non riescono a permettersi un alloggio, perché un affitto privato vale un loro intero stipendio. In secondo luogo abbiamo messo a bilancio finanziamenti per il valore di 36 milioni, allo scopo di garantire alloggi per tutte quelle fasce di lavoratori che erogano servizi. Parliamo quindi di infermieri, assistenti socio-sanitari, ma anche dipendenti pubblici. In modo analogo a quanto già avviene con le Forze dell’Ordine con la Legge 16".

L’aspetto più interessante del “Piano Casa” è proprio quello che riguarda le agevolazioni per i cittadini del cosiddetto “ceto medio”.

"Con "Missione Lombardia" e il suo piano casa abbiamo messo in campo 1,570 miliardi di euro per rafforzare le politiche abitative. In questo senso, 880 milioni sono già stati investiti per miglioramenti degli stabili a livello di: efficientamento energetico, adeguamento, modernizzazione e abbattimento delle barriere architettoniche. 200 milioni però sono specifici per interventi di welfare abitativo, ovvero a sostegno delle persone per pagare il proprio canone d’affitto, immettendo quindi fondi anche sul mercato privato. In secondo luogo, stiamo realizzando un programma di housing sociale, in cui offriamo finanziamenti, sia ad enti pubblici che privati, per realizzare o sistemare alloggi ed offrirli su un mercato calmierato, per più anni possibile, ad una fascia di persone con Isee che rientra tra i 16.000 e i 45.000 euro. Questo ci permette di evitare la creazione di quartieri “ghetto” e ampliare l’offerta di abitazioni a disposizione del ceto medio, riequilibrando la bilancia tra domanda e offerta".

Il primo bando relativo all’housing sociale parte il 19 marzo e prevede risorse per 14 milioni di euro

"Il capitale previsto in tutto per quest ’anno, al momento, è di 50 milioni di euro, siccome però si tratta di un bando sperimentale, abbiamo iniziato stanziando solamente i primi 14. Il contributo sarà calcolato in base alla durata del vincolo di destinazione d’uso degli alloggi a servizi abitativi sociali, che può andare da un minimo di 8 anni (contributo di 300 euro al mq) a un massimo di 24 anni (contributo di 900 euro a mq). Sarà inoltre premiante presentare progetti che superano i 10 alloggi. Noi crediamo che questo modello possa essere un buon punto di partenza per altri interventi da realizzare in futuro".

Quando si parla di soluzioni abitative un tema sempre ricorrente è anche quello degli alloggi universitari ...

"La tendenza che registriamo oggi, grazie all’eccellenza raggiunta dai nostri atenei, è che i ragazzi vogliono venire a studiare a Milano non solo da fuori provincia o da fuori regione, ma anche dall’estero. Questa è sicuramente una cosa molto buona e positiva, ma vivere a Milano non vuol dire solo “avere un alloggio”. È necessario lavorare con le università sui bisogni reali degli studenti, come abbiamo fatto con i bandi nazionali finanziati dal Miur. La Regione ha assicurato dei cofinanziamenti alle università per permettere loro di salire nelle graduatorie ministeriale e accedere ai contributi per realizzare nuovi alloggi. Abbiamo stanziato 3,5 milioni di euro per la realizzazione di 800 nuovi alloggi al Politecnico e poi altri 3,5 milioni per la realizzazione di oltre 3.000 alloggi nelle Università di Bergamo, Cattolica, Brescia, Statale di Milano, Edisu, e collegi universitari di Pavia, Insubria, Belle Arti. Oltre a questi, ci sono in corso diversi interventi, in collaborazione con le Aler territoriali su Milano, Bergamo, Lodi e Pavia, per riqualificare numerosi alloggi da adibire a studentati. Inoltre, partecipiamo in due fondi immobiliari (Fil 1 da un miliardo di euro e Fil 2 da 30 milioni) con Cassa Depositi e Prestiti, dove col primo fondo abbiamo già realizzato molti alloggi universitari e il secondo è predisposto per realizzarli, e abbiamo già incominciato dei lavori. Questa partecipazione ai fondi è fortemente voluta da Regione Lombardia".

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