Carenza di medici di famiglia, il vicesindaco di Torlino scrive al ministro Speranza

Fra le proposte, quelle di incentivare i servizi domiciliari e diminuire il numero degli assistiti per medico

Carenza di medici di famiglia, il vicesindaco di Torlino scrive al ministro Speranza
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Osservando la carenza di medici di famiglia sul territorio, il vicesindaco di Torlino Vimercati Giuseppe Figoni ha scritto al ministro della Sanità Roberto Speranza.

La lettera

"La disturbo per sottoporre alla sua attenzione una gravosa difficoltà che si è generata progressivamente rispetto al tema della carenza di medici di famiglia - si legge - Ho notato con dispiacere che molti dei miei concittadini si vedono, loro malgrado, costretti a rivolgersi alla guardia medica o al pronto soccorso per ottenere le cure mediche che potrebbe tranquillamente dispensare il medico di base. Ciò in quanto, quest'ultimo, a causa dell'elevato numero di pazienti e del necessario contingentamento degli accessi dovuto all'emergenza sanitari da Covid, non è più in grado di riceverli in tempi accettabili. Sempre più frequentemente i cittadini si trovano senza medico di famiglia e non sanno a chi rivolgersi".

Le proposte

Una circostanza che per Figoni è inaccettabile, considerato che l'insorgere della pandemia aveva già portato a galla le suddette criticità, che avrebbero già dovuto essere risolte. A questo punto, il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali di Torlino propone alcuni spunti per migliorare il modello della medicina territoriale.

"Sollecitare i medici ad associarsi nella gestione degli studi affinché il venir meno di uno di essi non lasci completamente disorientati i pazienti che potrebbero rivolgersi agli altri medici associati - scrive Figoni - Diminuire il massimale del numero degli assistiti che attualmente risulta insostenibile. Incentivare il lavoro in equipe con professionisti sanitari come, a titolo esemplificativo, infermieri, psicologi, assistenti sociali e prevedere forme di sostegno all'utilizzo di strumenti quali la telemedicina. Incentivare i servizi domiciliari per non sguarnire la copertura territoriale. Abolire il test di ingresso per gli studi di medicina per soddisfare le esigenze derivanti alle attuali carenze. Attuare un piano straordinario per sopperire alla carenza di medici di medicina generale".

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