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A spasso per Treviglio sulle tracce di monsignor Ambrogio Portaluppi

Con la ProLoco alla riscoperta del "leggendario" parroco trevigliese che fondò la Bcc, il Popolo Cattolico, l'orfanotrofio...

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Forse non è scontato rendersene conto, dopo più di un secolo, ma è veramente difficile passeggiare per Treviglio senza imbattersi in una delle mille tracce seminate nella storia della città da monsignor Ambrogio Portaluppi. Parroco «leggendario», raffinato intellettuale cattolico, intraprendente riformista votato alla causa contadina, Portaluppi nacque a Boffalora Ticino 160 anni fa, e morì a Milano nel 1923, dopo aver trasformato e coltivato forse più a fondo di chiunque altro «le radici di una zona bianca» - per dirla con il titolo di un celebre saggio su «mezzadri e filandere nel Trevigliese tra Otto e Novecento», di Luigi Reduzzi ed Edo Ronchi.

A spasso per Treviglio sulle tracce di Ambrogio Portaluppi

A riscoprire queste tracce, lunedì, ci ha pensato la ProLoco cittadina, insieme alla Comunità pastorale «Madonna delle Lacrime» e alla Cassa rurale Bcc Treviglio, in occasione di questo anniversario tondo che ricorda sia la nascita che la morte del sacerdote. Erano infatti una sessantina i trevigliesi che hanno partecipato alla seconda delle camminate estive della Pro Loco, che ha toccato i luoghi e le storie di Portaluppi, e del suo retaggio.

La tomba del monsignore

La comitiva è partita dalla tomba in cui riposa il sacerdote, al cimitero cittadino, dove dopo un’introduzione del vicepresidente della ProLoco Stefano Cerea, il parroco monsignor Norberto Donghi ha tracciato un profilo di Portaluppi.

Fondatore della Bcc di Treviglio

A piedi, il gruppo ha quindi raggiunto la sede centrale della Bcc - fondata da Portaluppi, forse il suo lascito più importante e duraturo, nel 1893 - dove il presidente Giovanni Grazioli ha parlato del ruolo e della storia della Cassa rurale nella Treviglio di quegli anni.

Il Popolo Cattolico

Dopo un passaggio in via San Martino, sotto la targa commemorativa dedicata all’indimenticato parroco affissa sulla parete esterna della Basilica, il gruppo ha raggiunto la redazione del «Popolo Cattolico» in via Galliari: anche il settimanale parrocchiale cittadino fu fondato dal sacerdote, nel 1921. Qui, a tracciare le linee della lunga storia del giornale è stato il direttore Filippo Magni.

Le case operaie

Non poteva mancare, nel tour, un passaggio in via Case Operaie, che già nel nome porta la storia della Società edificatrice delle Case operaie voluta dal sacerdote nel 1904: un intero quartiere, tutt’ora esistente, pensato per le famiglie proletarie della città. Qui, il presidente di Seco Renato Gatti ha ricordato la storia della cooperativa, all’ombra della scultura che ricorda Portaluppi nella via omonima, e del «San Martino» che abbellisce il vicino parco pubblico.

L'ex orfanotrofio

Penutima tappa, l’ex orfanotrofio femminile di via Casnida, presente Bruno Goisis della Fondazione «Portaluppi», e al vicino orto botanico. Qui la comitiva ha fatto visita al cantiere per il futuro emporio della solidarietà, che sorgerà nella chiesa di San Giuseppe.

Al Cerreto ricordando i Probi contadini

Infine, il gruppo ha raggiunto a piedi Castel Cerreto, «terra» dell’associazione dei Probi contadini, coordinati dal sacerdote.
Oltre dieci chilometri a piedi per rendersi conto di una presenza costante, paterna e profonda, da ricordare e studiare forse con più frequenza e affetto di quanto richiedano, per loro natura, gli anniversari.

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