Caravaggio

Nuova logistica, si decide il futuro di via Panizzardo

Lunedì, con buona probabilità, si saprà infatti finalmente a quale sviluppatore immobiliare l'omonimo Consorzio di via Panizzardo venderà la grande area

Nuova logistica, si decide il futuro di via Panizzardo
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Da una parte un nuovo polo logistico "tradizionale", simile ai tanti sorti nella Bassa in questi anni, in un complesso di capannoni in affitto realizzati da un fondo comune d'investimento inglese. Dall'altra, un polo logistico-produttivo-industriale realizzato da investitori "diretti", dietro al quale ci sarebbero alcuni grandi gruppi della moda mondiale. È davanti ad un bivio il futuro dell'area industriale di via Panizzardo, 270mila metri quadrati a est dell'attuale zona produttiva caravaggina: lunedì prossimo, con buona probabilità, si saprà infatti finalmente a quale sviluppatore immobiliare l'omonimo Consorzio di via Panizzardo venderà la grande area che da tempo langue, inconclusa, alle spalle dell'attuale Pip.

Si decide il futuro di via Panizzardo

A chiarirlo è Paolo Viola, il presidente del Consorzio omonimo di cui fanno parte i proprietari dei fondi. Cinque le manifestazioni di interesse presentate al Consorzio da parte di altrettanti sviluppatori interessati a investire sull'area, ma soltanto due di queste avrebbero al momento i requisiti per "spuntarla". Viola, per ovvie ragioni di segretezza, al momento non conferma né smentisce, ma si tratterebbe del fondo comune inglese "Mirastar" e di "Develog".

"Stiamo tirando le fila dell’operazione - ha confermato Viola - e lunedì dovrebbe essere il momento "chiave", per identificare l’investitore. Oltre allo sviluppatore immobiliare inglese “Mirastar” che era già stato reso noto, sono arrivate altre manifestazioni d'interesse. Sono due, tuttavia, quelle che hanno rispettato tutte le nostre richieste. Lunedì dovrebbe essere il giorno della conferma definitiva di alcuni aspetti per noi importanti, e meritevoli di approfondimento. Non parleremo di importi, ma di procedure: c’è di mezzo infatti il bando regionale “Arest” grazie al quale il Comune, (proprietario di un lotto di 36mila metri quadrati, ndr) ha ottenuto un contributo".

Due milioni di euro il valore del contributo erogato dal Pirellone, per favorire l’attrattività e la competitività del territorio e il sostegno all’occupazione.

Le ipotesi progettuali

Ma cosa arriverà, in soldoni, in via Panizzardo? Viola non fa previsioni.

"Abbiamo a che fare con investitori che non sono necessariamente fondi comuni qual è “Mirastar” , che compra aree, costruisce capannoni e poi li affitta - ha spiegato - I due possibili acquirenti di cui parliamo sono invece investitori diretti, che potrebbero proporre altro, rispetto a normali progetti logistici".

Qualche ipotesi progettale, tuttavia, ha cominciato a girare. Se "vincesse" Mirastar, sostengono i ben informati, la destinazione dell'area sarebbe più "tipicamente" logistica, sul modello delle piccole-medie piattaforme che in questi anni sono sorte come funghi lungi l'asta della Brebemi. Alle spalle di Develog, invece, potrebbero esserci gli stessi player di caratura internazionale che da circa quattro anni a questa parte stanno lavorando per sbarcare sulla piazza della Bassa - attirati dalla corposa rete infrastrutturale di Brebemi e Tav - con una piattaforma dedicata all'alta moda.

Un polo logistico-produttivo green

Il condizionale è d'obbligo e nessuna delle due società, in questa fase, svela ovviamente le proprie carte. Tuttavia è un fatto che sia stata proprio la stessa Develog, negli anni scorsi, a proporre il progetto, poi naufragato, del Kilometroverde lungo la ferrovia Milano-Venezia: un polo logistico-produttivo "green" al confine con Treviglio, tra il casello Brebemi di Caravaggio e la frazione di Vidalengo. Ad essere interessati a insediarvisi, era emerso, c'erano diversi player di primo piano nel mondo dell'alta moda, con gruppi del calibro di Kearing (Gucci, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Bottega Veneta...) e LVMH (Luis Vuitton).

Messo in stand-by il Kilometroverde per la netta contrarietà dell'Amministrazione comunale e per lo scarso interesse della Provincia di Bergamo, ora gli stessi stakeholder potrebbero aver deciso, con Develog, di ripiegare su via Panizzardo, che per l'Amministrazione comunale guidata da Claudio Bolandrini è sempre stata, con l'Area Zeta, l'unica possibile area di sviluppo urbanistica che la città avrebbe potuto permettersi, ai fini del contenimento del consumo di suolo.

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