Spino

Il dottor Erno Bombelli va in pensione

Il medico di base ha scritto una toccante lettera ai suoi pazienti

Il dottor Erno Bombelli va in pensione
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Giovedì, il dottor Erno Bombelli si è messo e tolto il camice per l’ultima volta, dopo quarant'anni di servizio come medico di medicina generale a Spino d'Adda.

La lettera di Erno Bombelli

Da venerdì 5 febbraio, Erno Bombelli è ufficialmente in pensione. Il medico di base ha scritto una toccante lettera ai suoi pazienti, che ha poi affisso all’ambulatorio di via Quaini.

"Carissimi pazienti, sta per giungere al termine il mio percorso lavorativo, durato più di 40 anni - si legge sul manifesto - In questo arco temporale, mi sono occupato di voi con tutta la dedizione possibile e spero possiate essere contenti del lavoro che ho svolto. Curarvi è stato per me un piacere, prima che un dovere. Ci tengo a ringraziare singolarmente ognuno di voi per essere stati presenti anche nelle difficoltà dell’anno appena trascorso, dove non è stato facile per me gestire, anche se in piccola parte, una pandemia globale che mai avrei pensato di incontrare sul mio cammino professionale. Confucio diceva: Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita. Beh, non potevo fare scelta migliore. Grazie a tutti, di cuore".

"Avrei voluto continuare"

L’Ats Valpadana ha già comunicato che garantirà la continuità dell’assistenza, indicando la dottoressa Tiziana Divino come subentrante a Bombelli. In paese la notizia del pensionamento è stata accolta con un pizzico di comprensibile dispiacere. Erano in tanti ad avere in simpatia il medico spinese, anche chi non era direttamente suo assistito ma lo conosceva personalmente o di vista. Dentro e fuori dallo studio Bombelli è un uomo diretto e se c’è da rimproverare qualcosa ai pazienti inadempienti, non è uno che le manda a dire. I suoi modi coloriti, la battuta pronta e gli avvisi che era solito affiggere fuori dallo studio di via Quaini lo hanno reso un’istituzione.

"Sarei andato avanti volentieri, ma l’Asl ha deciso che a 70 anni si rimbambisce - ha commentato con l’immancabile sarcasmo - La verità è che cercano medici giovani che possano pagare il 40% in meno. È un peccato, perché amo il mio lavoro, lo faccio da più di 40 anni e avrei voluto continuare a farlo, soprattutto in questo momento che c’è bisogno di medici. Non posso certo curare il mondo, ma posso fare la mia parte e se mi fosse consentito, continuerei per almeno un paio d’anni. Ci ho provato, ho insistito, ma non c’è stato niente da fare".

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