Genesi del Carnevale, ecco come nasce un carro

I carri sono carissimi e possono costare migliaia di euro, ma la gioia della gente è impagabile

Genesi del Carnevale, ecco come nasce un carro
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Costruire il carnevale non è un «gioco da ragazzi». Cartapesta, acqua, farina, pittura, olio di gomito e tanta tenacia, questa è la formula necessaria. Lo sanno bene i Cremaschi, che per il loro Carnevale ci mettono fatica, impegno e sudore.

Gran Carnevale Cremasco, ecco come nasce un carro

I mastodonti colorati a quattro ruote che ogni anno sfilano lungo le vie del centro cittadino per il «Gran Carnevale Cremasco» hanno alle spalle un grande lavoro che resta sempre celato dietro le quinte. La paziente costruzione dei carri allegorici richiede un’abilità specifica di manipolazione non solo della cartapesta, ma anche delle strutture metalliche e della carpenteria elettrica, con rudimenti di falegnameria e architettura. Sono vere e proprie strutture di ingegneria le quali, oltre a essere piacevoli alla vista, devono essere «funzionali» e resistere agli scossoni della messa in moto di un veicolo che affronta la strada. Sono competenze da professionisti svolte interamente da volontari: una squadra attiva e sempre presente.

Anime pulsanti della festa i "Barabét"

Le anime pulsanti della festa sono i «Barabét», coloro che mettono il cuore (oltre che le braccia) nella realizzazione di  tutto quello che costituisce l’ufficialmente riconosciuto «carnevale della Lombardia». Insieme a loro c’è la direzione del comitato «Gran Carnevale Cremasco». «Nessuno ci ha insegnato l’arte del mestiere, l’abbiamo imparata negli anni, tra tanti tentativi – ha raccontato il presidente Eugenio Pisati –  Dieci di noi lavorano un anno intero per realizzare quello che i cremaschi vedranno sfilare nelle quattro domeniche di carnevale. Realizziamo tutto noi: assembliamo lo scheletro in ferro, poi proseguiamo con la sagomatura in cartapesta per ottenere i dettagli, ridefiniamo il tutto con i vari strati di pittura e concludiamo con l’addobbamento e le guarnizioni come luci, elettricità, impianti audio, decorazioni». Un lavoro lungo e pesante che richiede pazienza, precisione e una elevata dose di manualità, per non parlare dei costi.

Carri grandi e piccoli dai 3mila ai 15mila euro

«Il carnevale cremasco ha a disposizione carri grandi e piccoli – ha continuato Pisati – La struttura portante di quelli grandi viene acquistata a Viareggio, o a Putignano e poi montata da noi in sede. I carri piccoli invece li costruiamo noi, ex novo». Il capannone del Gran Carnevale, situato nella zona Pip di Santa Maria, ospita una decina di carri dai temi di grande attualità, anche se quest’anno non mancheranno sorprese e riferimenti al magico mondo del teatro e dei fumetti. Il prezzo di un carro allegorico parte dai 3mila euro e può superare i 15mila. La realizzazione dell’intera kermesse cremasca di quest’anno ha richiesto un investimento di 50mila euro, e l’utilizzo di 50 chili di farina per il montaggio.

Il segreto? Passione e determinazione

«Il segreto del successo è la passione e la determinazione – ha detto il presidente – Abbiamo passato dentro questo capannone tutte le vacanze natalizie, incluso Santo Stefano, l’ultimo dell’anno e la Befana. La sagomatura di questi giganti è realizzata con la carta di giornale incollata con acqua calda e farina. Essa crea un materiale molto resistente sul quale la pittura si spalma bene, senza lasciare aloni. Ma è proprio la cartapesta a rendere i carri delicati contro le intemperie. Non possono uscire dal cantiere se piove, perché si scioglierebbero».

 

L'intervista completa su Cremasco Week, in edicola

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