Maestro pedofilo: l'accusa chiede un milione di risarcimento
L'insegnante aveva abusato ripetutamente di nove bambini nelle aule della scuola elementare di Palosco

Un milione di euro di risarcimento. E' questa la richiesta di rimborso per i danni subiti dalle vittime del maestro pedofilo. E' iniziato mercoledì il processo civile al tribunale di Brescia. Il giudice dovrà stabilire la cifra del rimborso alle giovani vittime della scuola elementare di Palosco. A cinque anni dall’arresto, il maestro Aristide Mazza, 67 anni, si trova in carcere. Non potrà far fronte alle richieste del legale delle vittime, motivo per cui, a pagare sarà probabilmente lo Stato.
La richiesta dell'avvocato
L’avvocato Stefania Botti, legale di sei delle nove vittime, presenterà infatti una richiesta complessiva di un milione di euro per i suoi assistiti, ai danni dell’imputato e del Ministero dell’Istruzione. Ma resta da risolvere il «nodo» del risarcimento danni. La Corte di Appello aveva disposto una provvisionale di 385 mila euro, oltre alle spese legali, con un risarcimento danni da quantificare il sede civile. Peccato, però, che di questi risarcimenti, dal 2015 ad oggi, non si è visto quasi niente, dato che il maestro si era preoccupato di ritirare dal suo conto tutto il Tfr (circa 75mila euro) un mese prima della sentenza di primo grado, scampando così al pignoramento da parte dell'Inps.
A disposizione solo 30mila euro per due delle vittime
«All'epoca della sentenza di primo grado il maestro aveva messo a disposizione una somma di 30mila euro per risarcire soltanto due delle vittime – aveva detto l’avvocato Botti – A questo punto, per ottenere il pagamento dei danni alle famiglie, dovremo per forza di cose rivolgerci al Ministero dell'Istruzione, già peraltro messo in mora». Il maestro aveva, infatti, consegnato solo una somma di molto inferiore anche alla sola provvisionale stabilita dal giudice, pari a più di 360mila euro.
Le accuse al maestro
Gli episodi che sono stati contestati all'insegnante allora 62enne, sposato e padre di due figli, non riguarderebbero soltanto il bambino da cui è partita la prima denuncia, dopo che il minore aveva confessato al fratello maggiore e poi ai genitori che cosa accadeva nel bagno del seminterrato della scuola. Dopo di lui, nel corso dei mesi, il numero delle vittime, che hanno trovato il coraggio di farsi avanti e raccontare ai genitori quanto subito, è salito a nove. Le tipologie di violenza emerse dalle loro testimonianze riguarderebbero una vasta gamma di abusi. Dai palpeggiamenti ripetuti all'interno dell'aula, durante le ore di lezione, ai momenti in cui, con una scusa, si assentava per proseguire nel bagno attiguo al laboratorio.
L'arresto in flagranza di reato
E' il 17 aprile del 2012 quando i carabinieri della stazione di Martinengo sorprendono il maestro Aristide Mazza con l'alunno nel seminterrato della scuola, mentre viene ripreso dal telecamere nascoste nell'istituto. L'insegnante viene immediatamente trasferito nel carcere di via Gleno a Bergamo dove è rimasto in isolamento per cinque mesi. Nei mesi è salito il numero dei bambini sentiti dagli inquirenti e che hanno raccontato di aver subito molestie negli anni.
Il maestro si trova ora in carcere
Per due volte il maestro aveva chiesto di uscire dal carcere, ma il pm aveva espresso parere negativo e il gip aveva respinto l'istanza. Solo qualche mese dopo, sentiti tutti i bambini e venuto meno il pericolo di inquinamento delle prove gli erano stati concessi i domiciliari in un luogo segreto. Erano poi stati revocati nel 2015, quando il maestro è tornato in carcere. La condanna di appello era di dieci anni di reclusione (emessa il 17 marzo 2015, e già al netto dello sconto dei cinque anni per il rito abbreviato).