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La Popillia Japonica torna "a far banchetto" nel verde della Bassa

Tra i consigli utili per proteggere le piante del proprio giardino c’è l’utilizzo di un disinfestante naturale e di origine biologica, l’olio di Neem

La Popillia Japonica torna "a far banchetto" nel verde della Bassa
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C'è chi in una sola mattinata si è visto "mangiare vivo" un intero filare di vite, o l'intero fogliame di un albero da frutto in giardino. Puntuale, dopo l'esordio dell'anno scorso raccontato dal Giornale di Treviglio in un lungo servizio speciale, la Popillia Japonica è tornata in queste settimane ad invadere la Bassa bergamasca, e si sta mangiando "a sbafo" tonnellate di alberi dai nostri giardini ancora più massicciamente rispetto allo scorso anno.

Dall'Oriente fino in Italia

Si tratta di un coleottero infestante "alloctono", originario (come suggerisce il nome) dall'Oriente. Da circa dieci anni a questa parte, nemmeno troppo lentamente, dal Piemonte sta invadendo estate dopo estate anche la Lombardia. Nella Bassa è arrivata in modo stabile l'anno scorso, "mangiandosi" la pianura e arrivando a varcare l'Oglio verso il Bresciano.
I danni? Parecchi, soprattutto per chi gestisce giardini o orti in modo non professionale. Voracissima e veloce, la Popillia Japonica si muove infatti in sciami, che quando arrivano concedono poche ore di tempo per intervenire. E alle spalle si lasciano intere colture "scheletrizzate", e spesso condannate a morte.

La rete di controllo di Regione Lombardia: impennata nel 2025

"Attualmente la presenza del coleottero, specie aliena invasiva, ha raggiunto il picco massimo stagionale - ha spiegato in questi giorni Regione Lombardia in una nota - Per limitarne la diffusione, Regione Lombardia ha predisposto una rete di controllo con 20 siti di rilevamento e attuato un piano di contenimento che prevede l’uso di 1.200 dispositivi attract and kill: treppiedi con esche attrattive e rete trattata con insetticida, ognuno contrassegnato da un codice e accompagnato da cartelli informativi. Questi dispositivi non vanno manomessi o spostati".

Il grafico sul numero di insetti catturati da questo sistema rendono bene l'idea dell'invasione: rispetto allo scorso anno la curva del 2025 si è impennata, così come le infestazioni. Lo confermano, a Treviglio, gli addetti del Consorzio agrario. Nei giorni scorsi, nello storico negozio di via Dalmazia si sono presentati letteralmente centinaia di trevigliesi, il cui giardino è risultato infestato.

Il Consorzio agrario di Treviglio: "Presenza più che raddoppiata"

"Rispetto allo scorso anno la presenza di Popillia Japonica nella nostra zona è più che raddoppiata - spiegano - Questo infestante si muove in sciami, ed è anche per questo particolarmente difficile intervenire: l'arrivo dipende tanto dalla temperatura e dal clima".

Di certo, è sempre questione di ore.

"Sono coleotteri molto voraci ed estremamente polifagi: mangiano molte varietà diverse e in poco tempo".

L'allarme del perito agrario Stefano Cerea un anno fa

Stefano Cerea
Stefano Cerea

Lo scorso anno, a lanciare per primo l'allarme sulla presenza di Popillia Japonica nella Bassa era stato Stefano Cerea, già direttore del verde del Comune e oggi presidente della Pro Loco. Ex presidente dell'associazione nazionale dei direttori dei giardini e dei parchi pubblici, aveva notato già all'inizio della scorsa estate che quei casi "sporadici" registrati nel 2023 stavano nettamente aumentando, e aveva messo in guardia i trevigliesi. Dodici mesi più tardi, i fatti gli danno ragione.

Come intervenire

Per liberarsi della voracissima Popillia Japonica il tempismo è fondamentale.

"Occorre per prima cosa tenere monitorate le piante, in modo da poter intervenire celermente quando necessario - spiegano ancora dal Consorzio di via Dalmazia - Ci sono certamente dei prodotti specifici, ma occorre fare attenzione e rivolgersi sempre a un esperto: tante piante sono in fiore e in frutto, in questo periodo, e bisogna tener presente molte variabili tra cui il tempo di carenza dei prodotti fitosanitari utilizzati (il periodo durante il quale, dopo un trattamento, è bene non raccogliere e consumare frutta e verdura dall'orto)".

Attenzione alle trappole: Regione Lombardia spiega che quelle domestiche potrebbero essere persino controproducenti.

"L’utilizzo di trappole è fortemente sconsigliato in orti o giardini privati in quanto il loro potere attrattivo è di molto superiore alla capacità di cattura e di conseguenza la vegetazione che si vuole proteggere, foglie, fiori e frutti, subisce danni ancora più rilevanti".

Meglio, quindi, affidarsi a prodotti specifici per il trattamento, oppure (soluzione più domestica) in molti suggeriscono di smaltire i coleotteri in acqua e sapone. Tra i consigli utili per che Cerea suggerisce a chi trovasse esemplari di Popilia Japonica nel proprio giardino c’è l’utilizzo di un disinfestante naturale e di origine biologica, l’olio di Neem.

"Nel mio caso ho trovato buoni riscontri con questo prodotto a costi relativamente ridotti - aveva spiegato Cerea - Si applica tramite irrorazioni, diluendo 14-15 millilitri di olio in un litro d’acqua, da applicare sulla pianta preferibilmente al mattino presto, quando le foglie sono già un po’ umide per la rugiada".

Cos'è la Popillia Japonica

Il coleottero "invasore" è bellissimo a vedersi e assolutamente inconfondibile: misura circa un centimetro di lunghezza e il corpo è verde metallico con riflessi bronzei sul dorso. Sui lati dell’addome presenta ciuffi di peli bianchi. Bellissimo e fatale. La Popillia japonica è stata accidentalmente introdotta in Nord America all’inizio del secolo scorso e, negli anni Settanta, nell’isola di Terceira nell’arcipelago delle Azzorre (Portogallo). Da lì, nell’estate del 2014 l’insetto è stato segnalato per la prima volta nell’Europa continentale e in particolare in Italia, tra Piemonte e Lombardia in una vasta area del Parco del Ticino.


Sebbene la sua diffusione sia ancora relativamente limitata, i danni che provoca sono ingenti: le larve infestano i prati e si nutrono delle radici dell'erba, ingiallendo e poi uccidendo il manto erboso - per esempio - dei campi da calcio. Tipicamente si muove in gruppi, nutrendosi di foglie di varie piante. Quelle più colpite, spesso completamente mangiate, sono i roseti, le viti e gli alberi da frutto, ma anche il mais e la soia.