Sviluppo

Nasce la Comunità Energetica Rinnovabile: è aperta a chi punta alle fonti sostenibili

Costituita lo scorso 16 aprile, la CER è stata presentata alla cittadinanza nell’assemblea pubblica tenuta mercoledì 2 luglio

Nasce la Comunità Energetica Rinnovabile: è aperta a chi punta alle fonti sostenibili
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di Fabiola Graziano

La "Fondazione Energia Bene Comune" dà voce alle opportunità offerte dalla neonata "Comunità Energetica Rinnovabile" di Treviglio.
Costituita lo scorso 16 aprile, la CER è stata presentata alla cittadinanza nell’assemblea pubblica tenuta mercoledì 2 luglio dall’architetto Raffaella Rottola, presidente della Fondazione, dall’assessore comunale alla Sostenibilità ambientale Michele Bornaghi e dal consulente Lucio Brignoli, esperto AnciLab.

Nasce la Comunità energetica rinnovabile

"La CER – ha esordito Rottola davanti alla folta platea in cui erano presenti, tra gli altri, il vicesindaco Pinuccia Prandina, il vicepresidente di Fondazione Cassa Rurale Franco Riz e il presidente di Seco Renato Gatti – ha come scopo sociale quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri aderenti o alle aree locali in cui opera, promuovendo la produzione di energia da fonti rinnovabili. La “Fondazione Energia Bene Comune”, i cui fondatori promotori sono il Comune di Treviglio, la “Fondazione Cassa Rurale” e la “Seco”, si connota per la finalità sociale in quanto potrà compiere erogazioni in favore di enti filantropici della comunità locale con i ricavati che si andranno a ottenere".

La Fondazione dunque, è un ente autonomo a cui possono aderire produttori e consumatori di energia rinnovabile, quali privati cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali, enti religiosi o del terzo settore, che decideranno di unirsi per produrre e condividere energia elettrica da fonti rinnovabili.

"Si è deciso di dar vita alla CER nella forma di fondazione di partecipazione perché si è ritenuto che fosse lo strumento giuridico che maggiormente si attaglia alla sua finalità – ha spiegato Bornaghi – Il suo Consiglio di Amministrazione è composto da tre membri che sono espressione dei tre fondatori promotori, ma un domani potrà essere ampliato a cinque membri, di cui due espressi dall’assemblea dei partecipanti. Questi ultimi sono tutti quei soggetti produttori e/o consumatori di energia che intenderanno aderire alla CER".

Introiti ad attività filantropiche

Con la costituzione della Fondazione, è stato preventivato anche l’andamento economico di base della CER.

"Si è prodotto un piano economico finanziario – ha proseguito Bornaghi – che è basato su una capacità produttiva degli impianti per 250 chilowatt che, sulla base delle medie regionali, andrebbe a generare proventi per la CER di circa 20mila euro. Si è poi posto il tema di come andare a erogare o usare i proventi in questa prima fase. E il collegio dei fondatori ha deliberato di destinare gli esigui introiti ad attività filantropiche e solidali a mezzo della Cassa Rurale. Ovviamente, quando la CER potrà contare su impianti maggiori in termini quantitativi, si andrà a valutare di volta in volta come destinare i proventi. Ma per ora, il desiderio principale è fare qualcosa di buono per il nostro territorio. Questa visione solidale della Fondazione si deduce anche dalla sua denominazione, che indica che l’energia è ormai un bene che viene messo in comune per generare ulteriore bene".

I proventi saranno generati da un meccanismo incentivante che premia l’autoconsumo diffuso a distanza all’interno di CER.

"Le utenze con impianti di produzione di energia rinnovabile da fonti fotovoltaiche – ha aggiunto Brignoli - consumano una parte dell’energia prodotta che non viene più incentivata, bensì viene incentivata quella che mettono in rete e che viene consumata nella stessa unità di tempo da parte di altre utenze elettriche che fanno parte della stessa comunità energetica. Questo permette uno sviluppo più solido, economico e ordinato della transizione energetica da fonti tradizionali a fonti rinnovabili, perché permette di autoconsumare a livello locale, non direttamente, ma in maniera diffusa, in un perimetro geografico circoscritto, senza impegnare la rete di trasporto nazionale. Non si tratta più di una gestione autonoma, per cui io realizzo il mio impianto fotovoltaico sulla mia proprietà sotteso al mio contatore, ma ora si entra all’interno di una comunità condividendo l’energia prodotta. Questa condivisione genera un incentivo che viene messo a disposizione della comunità per finalità filantropiche".

Un impianto fotovoltaico per il Palazzetto

Al momento, non vi sono ancora impianti di produzione di energia rinnovabile allacciati alla neonata CER trevigliese, ma grazie all’adesione a un bando regionale il Comune vedrà finanziato il primo impianto fotovoltaico della CER di 200 chilowatt che sarà destinato al Palazzetto dello Sport.

"Fino a un mese e mezzo fa – ha sottolineato Bornaghi – al bando regionale ha potuto partecipare solo il Comune perché era rivolto esclusivamente agli Enti locali. I nuovi bandi PNRR però, consentono la partecipazione ai cittadini di tutti Comuni con popolazione fino a 50mila abitanti. La condizione per partecipare è l’aver preventivamente aderito a una comunità energetica".

"La Fondazione – gli ha fatto eco Brignoli – dà l’opportunità di organizzare all’interno della CER impianti fotovoltaici con il contributo a fondo perduto del 40%. Questo contributo però, ha una scadenza ravvicinata: la domanda per il finanziamento va inoltrata al Gestore dei Servizi Energetici entro il 30 novembre 2025, mentre la realizzazione dell’impianto andrà effettuata entro il 30 giugno 2026, con connessione alla rete elettrica entro il 31 dicembre 2026. Con tali tempistiche ristrette, la CER si sta già dotando di una propria pagina internet in cui metterà a disposizione della cittadinanza tutte le informazioni necessarie per supportarla nel percorso di accesso al contributo".