Cronaca

Cortenuova di Sopra piange padre Giacomo Bonaita, missionario in Perù che collaborò con Papa Leone XIV

Aveva vissuto 40 anni tra le Ande, dedicandosi all'istruzione dei bambini e alla costruzione di un ospedale nella città di Cuzco

Cortenuova di Sopra piange padre Giacomo Bonaita, missionario in Perù che collaborò con Papa Leone XIV
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Si è spento il 25 giugno a 81 anni padre Giacomo Bonaita, originario di Cortenuova di Sopra, frazione di Martinengo. Missionario agostiniano in Perù per una vita intera, conobbe e collaborò anche Robert Prevost, oggi Papa Leone XIV.

Una vita tra le Ande

Partì giovanissimo per il Perù ma senza mai recidere il legame fortissimo con Cortenuova di Sopra, dov’era nato e dove tornava quando poteva. La comunità affidava a lui tanti fondi raccolti nelle feste organizzate in paese per aiutarlo a sostenere il suo grande lavoro fra le popolazioni più disagiate delle Ande.

"Era nato il giorno dell’Epifania da una famiglia contadina molto umile, il penultimo di otto fratelli - ha raccontato la nipote Roberta Guerini, titolare del “Roby’s cafè” di Martinengo - La vocazione l’aveva sentita presto, era quello il suo destino... Quando gli si parlava delle possibili difficoltà nel realizzare un progetto lui rispondeva sempre con una semplicità disarmante: 'Se Dio vuole...' oppure 'C’è la divina provvidenza...'. Aveva una fede incrollabile".

Il suo desiderio di essere missionario in terre lontane era nato dopo la lettura appassionata della rivista "Il piccolo missionario" del Pime, e così a 11 anni e mezzo aveva varcato la soglia del Seminario minore di Loano. A seguire il noviziato a San Gimignano negli anni 1960-61, il corso di Filosofia a Viterbo dal 1961 al 1966, quindi la frequenza della Facoltà di Teologia, a Bologna e a Roma. Ordinato sacerdote il 16 marzo 1969 a Pavia, dal 1969 al 1976 era stato assistente dell’oratorio maschile del santuario Santa Rita da Cascia a Milano. Poi il 16 settembre di quell'anno prese la decisione di intraprendere il suo cammino missionario in Perù, divenendo rettore del Seminario di Cotabambas.

"Al funerale celebrato sabato 28 giugno erano presenti molti dei ragazzi di quell’oratorio, sebbene siano passati davvero tanti anni" ha detto ancora la nipote.

Per padre Giacomo peraltro si sono celebrati due riti: il primo a Genova, dove ha vissuto nell’ultimo periodo, nella casa madre agostiniana.

"Era partito con un amico, Domenico Berni, oggi vescovo, e collaborò anche con l’attuale Papa - ha continuato Guerini - si era dedicato all'istruzione dei bambini perché diceva sempre che se le persone studiano usano di più la testa e non le mani, nel senso della violenza domestica, molto diffusa. E poi l’impegno per la costruzione di un ospedale accanto al convento, nella città di Cuzco, dove prestavano servizio medici italiani volontari: sarebbe stato più difficile portarli a lavorare a quattromila metri... Al suo arrivo nel Paese sudamericano, negli anni ‘70, le condizioni di vita erano molto difficili tra le Ande ed era il periodo in cui erano attivi i terroristi del 'Sendero Luminoso': quando tornava raccontava esperienze forti. Era un uomo generosissimo e mite ma anche rigido sui dogmi. Un prete non può sposarsi perché deve essere a disposizione degli altri diceva, e con una famiglia non sarebbe più così".

Il ritorno in Italia

Padre Giacomo era tornato in Italia nel 2019, quando il suo cuore ha cominciato ad avere qualche problema, continuando a servire la sua missione a Celle Ligure, come priore del convento di Nostra Signora della Consolazione, che dipende dalla casa madre di Genova. Le sue condizioni di salute non erano ottimali ma non è voluto mancare per la festa del centenario della "sua" chiesa del Sacro Cuore e San Giovanni Battista di Cortenuova di Sopra.

"La frazione ha celebrato il secolo di vita della chiesa e lui voleva esserci, anche se non stava bene - ha concluso la nipote - forse sentiva che sarebbe stata l’ultima volta... ha salutato tutti poi è rientrato in Liguria. È mancato il mercoledì ed è tornato il sabato nella stessa chiesa, per le sue esequie".

Una festa grande quella preparata dalla comunità di Cortenuova di Sopra, per l’occasione infatti è stato pubblicato un libro che ne racconta la storia ed è stata inaugurata anche una statua. Per organizzare al meglio le celebrazioni è stata costituita una commissione ad hoc, che ha raccolto anche le informazioni necessarie per il realizzare il volume sull’edificio.

"Negli anni la chiesa è stata arricchita con opere di rilievo - ha raccontato la commissione - soprattutto grazie a un parroco, don Luigi Pecchenini. Oggi vi si trovano icone di un iconografo abbastanza noto come Emiliano Tironi, oltre ad altari e portale di Mario Toffetti, che ne ha realizzati anche in Vaticano. Dopo un lavoro di ricerca, il 18 maggio abbiamo presentato il volume sulla chiesa, dando il via alle diverse iniziative tra cui la messa del 15 giugno, alla presenza del parroco monsignor Vittorio Bonati, di don Enrico Cortinovis e di alcuni sacerdoti che hanno prestato il loro servizio in parrocchia, seguito da un pranzo conviviale per tutta la comunità. Il 22 giugno abbiamo celebrato un’altra messa accompagnata dal coro degli alpini in cui si sono festeggiati i 45 anni di ordinazione sacerdotale del parroco. Quindi la sera del 24 giugno una celebrazione officiata dal vescovo che ha benedetto la nuova statua di san Giovanni: il Sacro Cuore è presente sul frontale della chiesa e adesso abbiamo anche la statua del santo opera di 'Deur Art' della val Gardena che è stata posta accanto all’altare. Nel testo sino citati i religiosi che qui hanno testimoniato la loro fede: oltre a don Pecchenini, madre Agata Bonaita, madre Luigina Lamera, madre Caterina Lamera, madre Silvia Vecchierelli, madre Cesira Chiapparini, madre Caterina Vecchierelli, madre Teresina Martinelli, don Emilio Bonaita e padre Giacomo Bonaita".

E il legame della frazione con padre Giacomo si è rinnovato anche in quest'occasione.

"Era tornato da noi a gennaio, per il suo compleanno - ha proseguito la commissione - poi, grazie ai nipoti, nonostante la salute cagionevole, è riuscito a partecipare alla celebrazione del 15 con l’amico vescovo Berni, insieme al quale in Perù aveva collaborato per una dozzina d’anni con l’attuale Papa Leone XIV. È mancato il 25 giugno, il giorno dopo la chiusura della festa, come se avesse voluto aspettare...".

padre Giacomo Bonaita

padre Giacomo Bonaita
Statua di san Giovanni Battista