Il Consiglio dei ragazzi approva il brand "We Are Fornovo"
Un logo "ad hoc" per tutti gli eventi in paese, verranno creati anche gadget per raccogliere fondi. Nel 2025 saranno destinati all'oratorio

Un logo "ad hoc", un vero e proprio brand che identifichi la comunità di Fornovo ad ogni evento: il Consiglio dei ragazzi, riunitosi mercoledì sera, ha approvato il progetto "We Are Fornovo" sviluppato dall'Amministrazione in collaborazione con la scuola Secondaria. La creazione del logo avrà anche uno scopo benefico.
Progetto "We Are Fornovo", il Consiglio dei ragazzi approva
Un forte senso di appartenenza alla comunità, tra storia e futuro, con l’orgoglio di portare in giro per l’Italia e non solo il nome di Fornovo San Giovanni. Mercoledì sera il Consiglio comunale dei ragazzi, riunitosi nella sala consiliare di piazza San Giovanni, ha approvato il progetto "We Are Fornovo - Noi siamo Fornovo" che ha portato alla creazione di un logo che affiancherà quello del Comune in tutti gli eventi pubblici che si terranno in paese, ma che sarà concesso anche a chi chiederà il patrocinio comunale con l’invito a corrispondere un contributo liberale da destinare in beneficenza ad un progetto che il Consiglio dei ragazzi stesso andrà ad individuare. Per il 2025 è stato deciso di supportare l’oratorio, guidato dal parroco don Antonio Trapattoni, a coprire le spese per la ristrutturazione del saloncino interno.
La nascita e lo sviluppo del progetto
Accompagnati dal professor Giuseppe Costanzo e dalla collega Claudia Genori i consiglieri "junior" durante la seduta hanno potuto vedere com’è stato sviluppato il progetto.
"L’idea è stata quella di creare un logo che rappresenti la nostra comunità di 3.500 abitanti circa, un “brand” che ci unisca - ha spiegato il sindaco Fabio Carminati -. La base di partenza sono stati i disegni che voi alunni della scuola Secondaria avete prodotto. Li abbiamo dati “in pasto” ad un grafico, l’amico Nicola Grisa, che ha realizzato il logo che presentiamo stasera. Un logo che nasce da quel motto “Noi siamo Fornovo”, nato nel periodo del Covid per unire la comunità, che è stato declinato in “We Are Fornovo” che gli dà un respiro più dinamico, internazionale se vogliamo".
Il primo cittadino ha poi spiegato i criteri seguiti per realizzare la grafica.
"Semplificazione, creare un logo immediato, semplice, ma efficace, coerente e che ci rappresenti. Poi scalabile, adattabile a vari usi e per questo ci sono anche due versioni, una orizzontale e una quadrata più stilizzate - ha aggiunto Carminati -. Siamo partiti dalla storia, dalle origini, e così abbiamo preso il leone rampante, simbolo della famiglia Aragona che ha fondato il borgo nell’831, e che compare nel gonfalone comunale così come tanti di voi hanno riprodotto nei disegni. Il senso di appartenenza sta in quel “We Are”, noi siamo, seguito da Fornovo San Giovanni. Leone e scritte sono in blu, colore meglio adattabile rispetto al nero".
Inseriti nella scritta ci sono due "sbaffi", uno giallo e uno rosso, colori che rappresentano il paese di Fornovo.
Legato al brand inclusione e beneficenza
Alla creatività dell’opera si aggiunge l’inclusione sociale e la beneficenza.
"Il progetto, se voi sindaco e consiglieri sarete d’accordo, si svilupperà anche in una raccolta fondi che, anno per anno, il Consiglio comunale dei ragazzi deciderà a chi destinare - ha spiegato Carminati -. La proposta che vi faccio, per il 2025, è di contribuire all’importante progetto che don Antonio sta portando avanti per rifare il saloncino dell’oratorio. Come faremo? Attraverso il logo, che verrà registrato e sarà il nostro “brand” quando qualcuno chiederà il patrocinio comunale gli chiederemo un donazione volontaria. Inoltre, coinvolgendo associazioni e gruppi, svilupperemo dei gadget, magliette, felpe, cappellini, adesivi e quant’altro. Il ricavato della vendita lo destineremo al progetto di beneficenza".
Il Consiglio dei ragazzi, all’unanimità, ha approvato il progetto "We Are Fornovo".
"Il simbolo è semplice ed efficace. La scritta in inglese aiuta a rendere più riconoscibile Fornovo e leggendo il nome qualcuno può incuriosirsi e andare a cercare informazioni sul nostro paese", ha commentato un consigliere.
"Porteremo in giro chi siamo - gli ha fatto eco una collega consigliera - da dove veniamo, qual’è il nostro paese. Un po’ come fanno alcune scuole superiori ad esempio".