La materna di Urgnano e le elementari di Basella avranno finalmente un nome
L'iniziativa è stata proposta dalla dirigente Valeria Cattaneo. Inaugurazione in primavera
Finalmente non saranno più anonime. La scuola dell’infanzia di Urgnano e quella elementare della frazione di Basella avranno un nome: in primavera l’intitolazione ufficiale, rispettivamente alla memoria di Maria Montessori e di don Lorenzo Milani.
Intitolazione di due scuole
L’istituto comprensivo «Bartolomeo Colleoni» di via Bersaglieri è composto da quattro plessi, due dei quali da sempre senza nome. Per questo la dirigente scolastica Valeria Cattaneo ha deciso di intervenire inoltrando una nota all’Ufficio scolastico regionale, Ufficio III Ambito Territoriale di Bergamo, e lo scorso 13 novembre quest’ultimo a sua volta ha contattato il Comune, proprietario degli immobili, per ricevere il nulla osta.
"Diventa importante che ogni specifico plesso venga identificato con un nome evocativo, che richiami nella mente e nel cuore “persone preziose” da far conoscere - si legge nella motivazione riportata nella delibera di Giunta con la quale l’Amministrazione ha accolto la proposta - Vale la pena mantenere vivo il ricordo e l’esempio delle persone che si sono impegnate, direttamente o indirettamente, per un bene comune così importante come la scuola. Nel nostro Istituto quindi diamo un nome alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria di Basella restituendo loro un nuovo volto e nuova luce".
"Abbiamo sposato l’iniziativa della dirigente - ha affermato il sindaco Marco Gastoldi - riteniamo la proposta assolutamente condivisibile".
"Ecco il perché della scelta"
"Due anni fa abbiamo cominciato a riflettere sulla necessità di dare un nome ai due plessi, l’uno identificato come la scuola statale e l’altro come la scuola della frazione - ha spiegato la dirigente - l’idea era che entrambe fossero dedicate a persone che hanno dato alla pedagogia e all’educazione un significato particolare".
Scelte mirate.
"A Urgnano alla primaria abbiamo già l’indirizzo differenziato che applica il metodo Montessori in cinque classi - ha rimarcato - idem alla materna, con la “Casa dei bambini”, dove è in corso anche un progetto che tiene conto dei piccoli stranieri con l’Università di Siena denominato “L’altro parlante”, sulla falsa riga di quella che lei definiva “educazione cosmica”. Infine due anni fa abbiamo iniziato la sperimentazione anche alle medie, in sei classi. Chi poteva dunque rappresentarci meglio di lei?".
Lo stesso dicasi per don Milani.
"Lo scorso anno è caduto il centenario dalla nascita del sacerdote - ha ricordato - ed era giusto cominciato il percorso verso l’intitolazione: la mia proposta infatti è prima stata avallata dal Collegio docenti, poi deliberata dal Consiglio d’Istituto, approvata dall’Ufficio scolastico regionale e poi dal Comune. Senza contare che la nota scuola di Barbiana è stata fondata dal religioso in ambito rurale, com’è quello della realtà di Basella, e in questi ultimi anni il “Movimento Barbiana 2040” ha ripreso il suo motto, “I care”, trasformandolo in “We care”: io lo sento molto in una piccola frazione come Basella".
Chi sono Montessori e Milani
Ma chi sono i due personaggi a cui le due scuole di capoluogo e frazione saranno intitolate?
Maria Tecla Artemisia Montessori, nata a Chiaravalle il 31 agosto 1870 e morta a Noordwijk, in Olanda, il 6 maggio 1952 è stata tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia ma la sua figura è indissolubilmente legata alla sua opera come pedagogista ed educatrice. È infatti internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori in tutto il mondo.
Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, nato a Firenze il 27 maggio 1923 e morto nella stessa città il 26 giugno 1967, è stato un presbitero, scrittore, docente ed educatore cattolico italiano. Il religioso è legato all’esperienza didattica rivolta ai bambini poveri nella disagiata e isolata scuola di Barbiana, nella canonica della chiesa di Sant’Andrea, nel Mugello, dal 1954 al 1967, che provocò un ampio dibattito sulle innovazioni da apportare in materia di pedagogia.