Giovani e tecnologie, quando virtuale e reale si fondono
Sabato all’Istituto Superiore G.B. Rubini si terrà il convegno “Quando i nostri figli crescono connessi: una sfida da non perdere”
Sabato all’Istituto Superiore G.B. Rubini di Romano si terrà il convegno “Quando i nostri figli crescono connessi: una sfida da non perdere”.
Il Convegno dell'Istituto Rubini a Romano
Sabato all’Istituto Superiore G.B. Rubini di Romano si terrà il convegno “Quando i nostri figli crescono connessi: una sfida da non perdere”. L’evento è organizzato dall’ Azienda Speciale Consortile "Solidalia", in collaborazione con il consorzio di Cooperative Sociali "Cum Sortis" e coinvolge i sette Istituti Comprensivi del territorio, l’Ufficio Scolastico Provinciale e Fondazione della Comunità Bergamasca.
L’evento sarà strutturato in due parti. La mattina, con una sessione di approfondimento che vedrà coinvolti due esperti, il sociologo Michele Dal Lago e la psicologa Francesca Soli, che approfondiranno il primo il cambiamento antropologico dell’onlife e la seconda le opportunità emerse con il lavoro nelle scuole primarie e dell’infanzia nell’ambito di Romano con il progetto "Crescere Connessi". Seguirà l’intervento di Giovanni Vezzoli dirigente IS Belotti di Bergamo che in, in qualità di capofila della rete di scuole per il contrasto al bullismo e cyberbullismo collegherà gli aspetti emersi al contesto provinciale. La mattinata verrà chiusa dall’intervento di Federica Bruletti, segretario di Fondazione Comunità Bergamasca e da Sebastian Nicoli sindaco di Romano e presidente dell’assemblea dei sindaci. A loro il compito di collocare i problemi e le opportunità emerse all’interno di una prospettiva di programmazione sostenibile nel medio e lungo periodo. Il pomeriggio invece si prevede il coinvolgimento degli operatori in un processo di analisi su alcuni aspetti ritenuti maggiormente rilevanti nel lavoro fatto in questi anni.
“Crescere connessi”
In questi ultimi dieci anni scolastici i comuni, attraverso ASC Solidalia, sono intervenuti in alcune classi delle scuole del territorio con il progetto “Crescere connessi”. Si tratta di un’iniziativa di prevenzione che coinvolge gli alunni, i loro docenti e le famiglie. Anche attraverso il ricorso a piccole indagini sul possesso e l’uso dei dispositivi, gli alunni vengono accompagnati a riflettere sui propri comportamenti e le relative conseguenze riportando poi ai genitori, coinvolti attivamente in un incontro finale, gli esiti del loro lavoro.
Solo nell’anno scolastico corrente si è intervenuto in 29 classi coinvolgendo 544 alunni, 249 genitori e 40 insegnanti. Se i primi anni l’intervento coinvolgeva la scuola secondaria di primo grado, si è deciso di intervenire in termini preventivi con alunni, genitori e insegnanti anche della scuola primaria e in alcune sperimentazioni anche nella scuola per l’infanzia. Questo livellamento dell’intervento a gradi di scuola più bassi riflette la precoce esposizione dei più giovani al digitale. Tale condizione è descritta attraverso il neologismo onlife: contrazione di online e life, sta ad indicare proprio la condizione in cui tutti (non solo le nuove generazioni) viviamo oggi: una dimensione in cui la realtà analogica e quella virtuale si fondono, rendendo impossibile scindere l'una dall'altra senza perdere parte importante dei significati di ciascuna delle due. Dal lavoro con gli alunni, docenti e genitori sono emersi aspetti rilevanti su questo fenomeno e sul quale il Convegno invita gli attori locali a riflettere.
Giovani e tecnologia
Primo fra tutti la diffusione dei device tra gli alunni. A titolo esemplificativo nella rilevazione fatta in una classe 3ª di una scuola primaria, il 70% degli alunni possiede un PC e racconta di utilizzarlo in autonomia; analogamente si riscontra un possesso e uso dell’85% per lo smartphone, 65% per il tablet, 80% per la smart Tv e 45% per la console. A questo proposito è bene ricordare che il progetto DIGeducati, promosso da Fondazione della Comunità Bergamasca in collaborazione con molte biblioteche della provincia e presente nei comuni di Romano e Martinengo, ha inteso raggiungere quella minoranza di alunni che per ragioni economiche, sociali o culturali non possiede o non sa utilizzare i device.
Il lavoro nelle classi ha evidenziato anche come i device vengano poi utilizzati dagli alunni per giocare (oltre 90%). Mediamente solo 1 su 3 lo usa per telefonare, guardare video e ascoltare musica. Il massiccio uso dei device per i giochi introduce il tema della adeguatezza dei giochi elettronici ai parametri di sicurezza (le etichette PEGI), anche in relazione alla età. Si tratta di un aspetto importante e che può fornire indicazioni utili ai genitori in quanto misura per un videogioco, la presenza di aspetti quali il linguaggio scurrile, la discriminazione razziale o di genere, la paura, il gioco d’azzardo, scene di sesso e violenza, acquisti on line, gioco in rete.
Effetti collaterali
"Le conseguenze educative di un utilizzo continuativo dei dispositivi e della interazione con l’on line si rilevano nei noti casi di ritiro sociale, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), stanchezza, mal di testa ecc. - hanno comunicato gli organizzatori -Per questo il progetto è andato a rilevare anche la quantità di tempo e la fascia oraria in cui gli alunni utilizzano i device. Questi aspetti, che verranno presentati in modo più completo e preciso nel convegno, sollecitano fortemente docenti, educatori, genitori e amministratori locali a prendere atto di un fenomeno che sta segnando in modo irreversibile la nostra società attuale e le relazioni future. Il risultato atteso di questo evento è la messa in comune di sensazioni, paure e speranze che grazie al progetto Crescere Connessi genitori, docenti, educatori, politici nutrono nei confronti della rivoluzione digitale in corso. Interventi isolati e scollegati, basati su impressioni e spontaneismo invece che su conoscenze e riferimenti teorico-metodologici attendibili, corrono il rischio di far perdere la sfida posta dalle trasformazioni digitali. Il ripiegamento in un ricordo nostalgico di un mondo senza internet e smartphone è un rischio che le generazioni adulte non possono permettersi di correre se hanno a cuore il futuro delle generazioni più giovani. Si può anche sperare da soli, ma insieme si spera di più e meglio."