Torlino Vimercati

Medicina del territorio: lettera a Mattarella

All'assessore regionale alla Sanità Letizia Moratti una lettera critica nei confronti delle case di comunità

Medicina del territorio: lettera a Mattarella
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Il vicesindaco di Torlino Vimercati Giuseppe Figoni ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per una nuova organizzazione della medicina del territorio.

Lettera al presidente della Repubblica

Nella lettera, Figoni riporta il disagio dei cittadini dei piccoli Comuni che soffrono della mancanza del medico di base nel proprio paese, dicendosi preoccupato soprattutto per i pazienti più anziani e più fragili.

"Ho, invano, sollecitato le autorità regionali per evidenziare ciò che durante la pandemia è emerso con drammatica chiarezza - si legge nella lettera - L'attuale organizzazione della medicina del territorio è completamente sbilanciata sull'asse ospedaliero, ciò ha progressivamente depauperato la preziosissima professionalità e vicinanza dei medici di base, che costituiscono l'ineludibile presenza a presidio della salute dei cittadini, soprattutto nei centri abitati di piccole dimensioni, come il mio comune (n. 470 abitanti). Tantissimi Comuni, specie quelli di minori dimensioni, non hanno più il medico di base ed i pazienti sono costretti a percorrere anche diversi chilometri per farsi visitare e ricevere le prime cure. Bisogna porre rimedio alla oramai cronica insufficienza dei medici di base per evitare che i pazienti, specialmente quelli anziani e più fragili, che abitano lontano dai presidi ospedalieri o ambulatoriali, siano lasciati a sé stessi o, peggio, diventino solo un numero perché privi di una figura che conosca la loro cronistoria clinica. Dopo tante parole spese sul tema durante la fase di emergenza sanitaria, il rischio è che ora nulla cambi e rimanga senza risposta l'esigenza di una nuova organizzazione della medicina del territorio che valorizzi i medici di base quale rete territoriale di presidio".

Lettera all'assessore regionale

Il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali torlinese ha anche scritto all’assessore regionale alla Sanità Letizia Moratti, al presidente provinciale Paolo Mirko Signoroni e al presidente dell’Area omogenea cremasca Aldo Casorati circa le case di comunità, strutture polivalenti che entreranno a fare parte del Servizio sanitario regionale.
Sono molteplici i servizi offerti dalle case di comunità, fra cui: area prelievi e vaccinazioni, cure primarie e continuità assistenziale, area ambulatori specialistici, area dei programmi di prevenzione e di promozione della salute, attività consultoriali, area servizi sociali del Comune. Di questo progetto, però, Figoni non è convinto, come ha scritto nella lettera, rivolgendo domande e perplessità all'assessore regionale.

"Mi perdoni la franchezza assessore, un libro dei sogni! - si legge - Un libro dei sogni che non ha la minima contezza della situazione e realtà sanitaria del territorio. Si tratterà, nella migliore delle ipotesi, di un semplice accorpamento di servizi in poliambulatori, con duplicazione di costi e disservizi. L'interazione di tutti i soggetti operanti nella casa di comunità da chi verrà garantita? Siamo sicuri che i professionisti interessati dall'accorpamento, specie i medici di base, non sceglieranno altri sbocchi professionali peggiorando ulteriormente la già drammatica situazione di carenza? Come è possibile affermare che si tratta di una struttura distribuita in modo capillare sul territorio se nel cremasco sono previste solo due case di comunità, una a Crema ed una a Rivolta d'Adda? Al lato pratico, vista la distanza da Rivolta d'Adda, la casa di comunità del cremasco sarà solo a Crema, dove già si trovano tutti i servizi che si vorrebbero accorpare, Quindi un doppione. Sarà tutto più difficile, più complicato e, come al solito i più fragili avranno la peggio. Si tratta di una soluzione che a mio avviso è peggiore del problema che vorrebbe risolvere".

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