Profughi dall'Ucraina minorenni: a Treviglio c'è lo sportello NAI
Sudati: "Bambini e ragazzi hanno bisogno di ospitalità e sicurezza, ma anche di socialità, di incontri con i pari e di scuola"
di Maria Nicoletta Sudati
Garante dell'Infanzia e dell'adolescenza - Treviglio
In questo periodo in cui soffiano nuovamente i venti di guerra alle porte dell’Europa, la preoccupazione di tutti è rivolta alle popolazioni, in particolare ai bambini e ai ragazzi più giovani. Il territorio bergamasco si è già rivelato generoso e solidale, attivandosi in numerose iniziative. Potrebbero giungere anche nella Bassa diversi minori che andranno accolti secondo i protocolli e il Vademecum che ha definito il Consiglio di rappresentanza dei Sindaci di Bergamo con Prefettura, Questura, Ats, Ufficio Scolastico.
Lo sportello Nai di Treviglio
Bambini e ragazzi hanno bisogno di ospitalità e sicurezza, ma anche di socialità, di incontri con i pari e di scuola. Nella scuola dell’obbligo (elementari e medie) l’accesso si compie attraverso l’iscrizione agli Istituti Comprensivi; più difficoltosa è la scelta per la scuola superiore (secondaria di secondo grado) per i ragazzi dai 14 anni in su.
Si vuole allora ricordare che per Treviglio è stato istituito uno Sportello NAI (adolescenti stranieri Neo-Arrivati in Italia) con un docente dedicato che può aiutare all’orientamento di questi studenti.
Per supportare bambini e adolescenti stranieri a scuola
Promosso dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza di Treviglio, lo Sportello è stato attivato con la collaborazione di tutte le scuole dell’Ambito 5 Treviglio-Romano, con i Centri di Formazione Professionale ABF ed Enaip, Risorsa Sociale Gera d’Adda e Azienda Solidalia, Ufficio Scolastico Provinciale e Prefettura di Bergamo. Per informazioni, appuntamenti e contatti: cti-sportellostranieri@icfara.edu.it
Lo Sportello è un modo concreto per supportare gli adolescenti stranieri nella direzione di un’accoglienza che ci si augura costruttiva ed efficace nella scuola italiana e nel tessuto sociale del territorio, per il tempo di permanenza di questi giovani che sentiamo un po’ tutti come nostri figli.