Addio all'imprenditore Giovanni Antonio Gatti
Stamattina a Covo si sono svolti i funerali di Giovanni Antonio Gatti, imprenditore, scomparso sabato a 51 anni.

Stamattina, giovedì 16 luglio, a Covo si sono svolti i funerali di Giovanni Antonio Gatti, imprenditore, scomparso sabato a 51 anni.
La tragedia a Covo addio a Giovanni Antonio Gatti
«Non pensare che io non ci sia più, pensa solo che sia nella stanza accanto». Parole piene di significato quelle che la famiglia e i collaboratori di una vita hanno scelto per ricordare pubblicamente, il compianto imprenditore Giovanni Antonio Gatti, scomparso sabato all'età di 51 anni. Una tragedia improvvisa e inaspettata che ha colpito tutti i suoi familiari, gli amici e la comunità covese. Giovanni Antonio Gatti era stato ricoverato settimana scorsa in ospedale per un intervento di routine, avvenuto martedì scorso e andato bene. Tanto che il covese aveva mostrato segni di ripresa immediati, una buona reazione. Ma sabato mattina, la tragedia. Un malore improvviso, una probabile embolia polmonare, alle 10.30 del mattino, l'ha strappato all'affetto di tutti i suoi cari.
Una vita per il lavoro
Giovanni Antonio Gatti ha lasciato un vuoto in tutte le persone che l'hanno conosciuto. Una vita dedita al lavoro, che l'imprenditore covese ha dovuto affrontare fin da giovane, quando venne a mancare il padre. Giovanni allora, insieme ai fratelli Massimo ed Alberto , prese sulle proprie spalle l'azienda di famiglia, portandola ai giorni nostri attraverso crisi economiche e pandemie. La «Legno, infissi srl», infatti rappresentava una grande parte della sua vita, insieme a quella familiare, al figlio Nicola, anche lui da un anno dipendente in azienda e dalla compagna Tecla. Giovanni oltre a Massimo, ed Alberto, ha un altro fratello Federico e lascia anche la mamma Carla. Una sua grande passione è stato il basket. Giovanni infatti era un grande tifoso dell'Armani Jeans di Milano.
Il ricordo
Il ruolo d'imprenditore di Giovanni è stato predominante nella sua vita. I suoi collaboratori, così soleva chiamarli, dopo una vita passata a costruire, sacrificio dopo sacrifico la sua grande famiglia aziendale, sono increduli alla notizia della sua scomparsa e il ricordo riempie di dolore.
«Giovanni era un uomo di polso ma protettivo.- ha detto Erika Cavalletti, dipendente e cognata dell'imprenditore – Di poche parole, ma dette al momento giusto, che ti facevano riflettere. A volte poteva sembrare duro, ma la sua era una protezione, una spinta a fare sempre meglio. Fin da giovane ha fatto sacrifici per portare avanti l'azienda, e in tempi di crisi economiche, l'ha salvata, non facendo mai mancare nulla a tutti i suoi collaboratori. Tutto questo sempre con grande impegno, dedizione e spirito di sacrificio».