La Provincia "asfalta" l'interporto di Caravaggio: cancellato dal Ptcp
Esulta il sindaco Bolandrini di Caravaggio, che aveva condotto una lunga battaglia contro l'ipotesi dell'area intermodale, mai decollata.
"Addio" all'interporto di Treviglio-Caravaggio. Il Piano territoriale di coordinamento provinciale adottato ieri, lunedì 11 maggio, dal Consiglio provinciale, ha cancellato dalle previsioni della Provincia il (contestatissimo) progetto previsto dal precedente documento urbanistico varato durante il mandato di Ettore Pirovano.
Interporto cancellato dalla mappa
Lo stralcio dell'ipotesi di un'area intermodale in quella striscia di Bassa è una delle novità più significative del nuovo documento urbanistico provinciale.
Il mega impianto da un milione di metri quadrati avrebbe dovuto sorgere a ridosso della linea ferroviaria Milano-Venezia, tra il casello Brebemi di Treviglio e Vidalengo. Lì, sfruttando la vicinanza tra l'autostrada e la ferrovia, avrebbe dovuto sorgere una colossale area di interscambio tra trasporto su ferro e gomma, simile a quello che - ad esempio - si trova a Segrate. Sebbene se ne sia parlato a più riprese per anni, tuttavia, i sostenitori dell'ipotesi dell'interporto caravaggino non hanno mai finora presentato un progetto considerato universalmente solido, soprattutto dal punto di vista finanziario. E nessuno intervento si è effettivamente mai concretizzato.
Per contro, contro l'interporto si è creato un movimento trasversale, che nella Bassa faceva capo proprio al sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini. Sulla salvaguardia di una delle ultime aree a destinazione agricola tra Caravaggio e Treviglio, del resto, Bolandrini si era giocato il tutto per tutto, anche durante la campagna elettorale del 2016.
Il sindaco, che è anche consigliere provinciale di maggioranza a guida Pd, si è detto soddisfatto in aula.
"E' un decisivo passo avanti il superamento della ventilata destinazione ad area intermodale di una significativa parte del territorio di Caravaggio - ha detto - Un'opera che non trovava riscontro nemmeno nei piani di sviluppo nazionali di Rfi, come inevitabilmente un'area intermodale invece richiederebbe".
"Più concertazione sul consumo di suolo"
Ma l'intervento di Bolandrini in Consiglio provinciale è stato più complesso e articolato, toccando anche un altro tema decisamente caldo in questi mesi: quello della gestione dell'invasione di imprese logistiche in pianura. In particolare, la battaglia del sindaco di Caravaggio è quella per una correzione del "principio di solidarietà", che consente ai Comuni di scambiarsi quote di edificabilità del suolo. Un meccanismo che rischia tuttavia secondo molti di diventare pericoloso, soprattutto se applicato a quella vera e propria "invasione" di richieste di costruzione da parte di giganti della logistica cui abbiamo assistito in pianura negli ultimi anni, con l'arrivo delle grandi opere.
"Credo che sia fondamentale che per questo tipo di interventi, che possono essere delle logistiche ma anche altre opere, i Comuni si siedano a un tavolo e si accordino sul da farsi - aveva spiegato Bolandrini al Giornale di Treviglio venerdì - Per fare questo ho chiesto un correttivo del cosiddetto 'principio di solidarietà' che prevede che, a fronte delle limitazioni imposte agli enti locali per il consumo del suolo, un Comune possa 'acquistare' con una perequazione delle aree edificabili da un altro Comune. Questo principio, che non definirei tra l'altro 'solidale', fa in modo che un Comune che ha già sul territorio diversi insediamenti produttivi possa acquistare da un altro Comune, magari in difficoltà di bilancio, delle aree da edificare. Questo significa però affidare completamente lo sviluppo e la pianificazione del territorio a principi meramente economici. Il rischio è di ritrovarsi con comuni già consumati e quindi con disponibilità economica sempre più abusati ed altri completamente spopolati e senza possibilità di sviluppo".
Logistica: "contrattazione" alle aree omogenee
La soluzione? Spostare la "contrattazione" sulle perequazioni dal piano dei Comuni a quello superiore delle aree omogenee, permettendo ai Comuni di scambiarsi quote di edificabilità soltanto all'interno delle stesse aree sovracomunali. Così che, per esempio, i Comuni di montagna non possano finire per "vendere" le proprie quote ai colleghi di pianura, consentendo a questi, singolarmente, di costruire senza un'adeguata regia territoriale.
Un tema ribadito in aula anche ieri pomeriggio in aula, anche a nome di altri sindaci di pianura.
"Il fatto di legare questo principio di compensazione alle aree omogenee, è nostro parere condiviso, potrebbe giocoforza incentivare l'aprirsi di uno spazio politico di concertazione che porti gli amministratori a condividere la loro visione di sviluppo del territorio e che indirizzi quindi l'intervento dei tecnici per declinare il piano secondo le normative".
Gafforelli: "Il tempo per le osservazioni c'è stato..."
La reazione del presidente Gianfranco Gafforelli non è stata entusiasta, ma il presidente ha accettato di analizzare le osservazioni che arriveranno dal territorio nelle prossime settimane.
"Vorrei anche incontrarli questi sindaci, per capire praticamente cosa vogliono... - ha risposto, un po' piccato, il presidente - Il tempo per fare le osservazioni c'era, ma ogni tanto bisogna anche lavorare. Il Ptcp è cominciato quattro anni fa. Arrivare all'ultimo momento e chiedere di capovolgere la cosa, e ripartire da capo... Io non ci sto. Abbiamo due mesi per le osservazioni: chiariamo bene quali sono le esigenze e le aspettative dei Comuni. Ma questo Ptcp è cominciato quattro anni fa, e probabilmente doveva allora già essere chiuso quattro anni fa. Non voglio fare polemiche, ma chi è stato qui quattro anni...".