"L’intenzione di realizzare un museo c’è – ha spiegato però il primo cittadino Gianluigi Conti – Anche se al momento non c’è un progetto concreto. Questo è dovuto al fatto che il Comune non dispone di somme per poter portare avanti un’idea di questo tipo. Ovviamente riuscire a riportare a Ghisalba i reperti trovati qui negli anni sarebbe una cosa ottima. Però per avere un museo è necessario individuare dove ubicarlo, ma soprattutto riuscire ad ottenere dei fondi che consentano di tenerlo aperto. E’ un’idea che sicuramente cercheremo di sviluppare negli anni futuri".
L'esposizione dei reperti
In ogni caso, l’Amministrazione Conti riconosce il valore dei reperti che sono stati trovati. Per tanto, si è deciso di contattare la Soprintendenza per organizzare una presentazione che, attraverso la proiezione delle immagini dei reperti trovati, possa mostrare alla comunità ghisalbese cosa è rimasto celato per anni sotto terra agli occhi di chi quel territorio l’ha sempre vissuto. La maggioranza ha, inoltre, espresso il desiderio che qualche reperto possa rimanere nel territorio.
Una terra ricca di reperti
Ghisalba non è certo nuova a questo tipo di ritrovamenti archeologici. La sua posizione topografica, in corrispondenza di un guado del Serio, nel punto di contatto tra l'alta pianura arida e la bassa pianura irrigua dei fontanili, sulla direttrice viaria Mediolanum-Brixiam (Milano-Brescia), determinò l'insediarsi fino dal III secolo di un centro gallico, per ora documentato da una serie di tombe disposte a piccoli nuclei tutt'attorno all'attuale centro storico e riferibili prevalentemente alle fasi della romanizzazione (II e I secolo a.C.).
Antichi insediamenti romani
Nel corso del I secolo il territorio venne segnato da un doppio intervento di centuriazione: le tracce sono ancor oggi leggibili sul terreno nelle ripartizioni agrarie, nella maglia delle strade interpoderali e dei canali, nella distribuzione dei siti archeologici (insediamenti, strutture, necropoli), la presenza di ville e di strutture romane a Cascina Alessandra, Campo san Pietro e Villanova, le numerose tombe. Ecco perché realizzare un museo a Ghisalba sarebbe qualcosa di veramente significativo e dall’impatto positivo per tutto il territorio.
La proposta del Pd
Negli scorsi anni, il Partito democratico aveva più volte sollecitato la precedente Amministrazione a riportare a casa i reperti, molti dei quali dal 2004 giaciono negli scatoloni all’Archivio per i Beni Archeologici della Lombardia, dopo che la sala in cui erano esposti venne chiusa per ristrutturazione. Il luogo più idoneo sarebbe il salone sopra la biblioteca, identificato fin dalla sua progettazione per il museo e approvato dalla Soprintendenza. Un’idea che non ebbe mai un’attuazione. Anche perché quei locali oggi ospitano lo spazio giochi.
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