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"Io mi vaccino perché". E ora anche i sanitari no vax corrono a prenotarsi

La maggior parte dei cittadini fa il conto alla rovescia per ricevere la propria dose.

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No vax, no mask e negazionisti continuano a manifestare il proprio dissenso, anche nelle piazze. Ma la maggior parte dei cittadini (persino i sanitari che avevano detto no, ora corrono a prenotarsi) fa il conto alla rovescia per ricevere la propria dose di vaccino anti Covid. 

Queste le loro parole: "Io mi vaccino perché...". E nei loro sguardi ci sono tante speranze ed emozioni.

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I cittadini in piazza: "Mi vaccino perché"

Ci si aspetta sempre che a combattere chi diffonde teorie complottistiche e fake news siano le istituzioni. Questa lezione di civiltà arriva da Lecco, in Lombardia: tanti, racconta Prima Lecco, i cittadini che spiegano perché intendono vaccinarsi non appena ne avranno la possibilità.

Fra raduni no vax a Milano, manifestazioni dove le mascherine non sembrano “di moda” a Bergamo e i sassi e cartelli riempiti di slogan no vax e no mask nel Lecchese i negazionisti avanzano.

Sempre nella città lacustre, nei giorni scorsi, è comparsa pure una scritta verde no vax a caratteri cubitali che fa (brutta) mostra tra due ponti.

Ma i lecchesi non ci stanno e “urlano a gran voce” il loro desiderio di superare la terribile esperienza che stiamo tutti vivendo da oltre un anno. Come? Grazie soprattutto ai vaccini. Che sia Pfizer o Astrazeneca, o ancora Moderna poco importa: “Io mi vaccino perché… voglio vivere”. Questa una delle tante affermazioni, forse la più vera e la più toccante al tempo stesso dei cittadini.

“Mi vaccino perché voglio tornare a viaggiare”. “Mi vaccino perché non voglio più vedere le scuole chiuse”. “Mi vaccino per poter tornare a riabbracciare i miei cari”. “Mi vaccino per difendere me, mia moglie, e tutti quelli che mi sono vicino”. “Mi vaccino perché solo con il vaccino potremo riprendere tutti a lavorare”.

Pochi i timori, una sola la certezza: il vaccino è l’arma migliore che ad oggi abbiamo per poter davvero ripartire.

Anche sanitari no vax scendono corrono a prenotarsi

Da una parte la maggior parte degli italiani decisamente pro vaccino, dall'altro una piccola frangia di negazionisti e no vax. Finita così la carrellata sociologica? No. Vi è infatti anche una terza categoria: i sanitari che inizialmente hanno rifiutato il vaccino e in seguito alle misure messe in campo contro di loro dal governo Draghi - che mettono a rischio la vita dei pazienti con questa scelta sconfessata dalla comunità scientifica - hanno deciso di ritornare sui propri passi. Nobiltà d'animo, ravvedimento? Forse c'entra anche il rischio di demansionamenti e buste paga intaccate...Come racconta Prima Venezia adesso i sanitari no vax ci ripensano e corrono a prenotarsi.

E’ tempo di vaccini anche per tutti quegli operatori sanitari (nel territorio della Ulss 3 Serenissima erano circa un migliaio) che avevano detto di “no” al siero anti Covid. Ora, infatti, con l’obbligo vaccinale, l’astensione può costare loro anche il posto di lavoro. Ovviamente la posizione dell‘Ulss 3 Serenissima è stata chiara fin da subito:

“Chi sceglie di lavorare a fianco delle persone più fragili e con i malati non può correre il rischio di essere il portatore della malattia – hanno spiegato dalla direzione sanitaria – Ma l’azienda ha fiducia che gli operatori sceglieranno di vaccinarsi“.

Occorre dire, per dovere di cronaca, che i soggetti che si erano “astenuti” non possono essere considerati tutti dei “no vax”. Secondo quanto riferito, infatti, chi si era rifiutato avrebbe avuto delle valide motivazioni: c’erano donne in gravidanza, persone che avevano contratto il Covid, o altri in cura per malattie con farmaci che sarebbero potuti entrare in contrasto con il siero.

Da parte sua la Ulss 3 Serenissima ha messo in campo tutto quanto è stato possibile fare per attuare una vera e propria opera di sensibilizzazione, perché la guerra si vince solo se si lavora nella stessa direzione. Posizione condivisa anche dal Governatore della Regione Luca Zaia, che in più di un’occasione nei consueti punti stampa sull’emergenza sanitaria, ha voluto confermare come l’unica vera arma contro il Covid sia la vaccinazione, al fianco ovviamente delle misure già attuate, come il distanziamento e l’uso dei dispositivi di protezione individuale. Ma se al momento non si verificano più focolai all’interno di strutture sanitarie, è proprio grazie alla presenza in loco di soggetti immunizzati dalla prima tranche di vaccini somministrati agli operatori dei centri più a rischio. Ovvero ospedali ed Rsa, che nel corso dell’emergenza sanitaria, dal mese di febbraio 2020, hanno vissuto momenti drammatici.

Quelli che in un primo momento, quindi, avevano optato per un’astensione, ora probabilmente riceveranno la propria dose. Occorre quindi aspettare ancora qualche giorno per verificare quanti, sul migliaio di operatori sanitari non ancora immunizzati, vorranno “sfidare” le sanzioni pur di tener fede alla propria posizione personale sul tema del vaccino.

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