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Progetti sul futuro della sanità Lombarda

Scandella: "Questa riforma sanitaria arriva in un momento d'oro c'è una congiunzione astrale favorevole che poggia su tre occasioni irripetibili e che dobbiamo sfruttare nel migliore dei modi". 

Progetti sul futuro della sanità Lombarda
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Jacopo Scandella, 33 anni, di Clusone, consigliere regionale del Pd al 2013, ha le idee chiare su come deve essere disegnata la sanità lombarda del futuro.

La riforma della sanità è un tema delicato e strategico sul quale il Consiglio regionale sta discutendo da oltre due settimane.
Quali sono le tre occasioni irripetibili?

"La scadenza della legge 23 e che ci obbliga a fare un passo in avanti; la disponibilità di ingenti risorse economiche, anche grazie ai fondi europei; l'esperienza della pandemia che ha evidenziato alcune fragilità del nostro sistema sanitario. Oggi ci sono tutte le condizioni per fare una riforma nell'interesse delle persone, ma la maggioranza di centrodestra sembra andare verso una conferma del precedente sistema con le stesse fragilità. E questo nonostante nel dicembre 2020, dopo la sperimentazione della Riforma Maroni, Agenas, l’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali, avesse evidenziato una serie di criticità: confusione tra Ats e Asst, storture nel rapporto tra pubblico e privato, corsa a erogare servizi su prestazioni remunerative rispetto a quelle non remunerative, sistema eccessivamente ospedalizzato che, nonostante l'eccellenza di molti interventi, ha sancito un forte distacco con il territorio...".

E quindi cosa si aspettava?

"Mi aspettavo una discussione prima nell'attesa del testo, poi in Commissione Sanità e ora in Consiglio regionale. In realtà il dibattito è stato azzerato. La riforma non risponde a nessuna delle criticità che la pandemia ha evidenziato. E così il Pd ha alzato i riflettori per non gettare al vento un'occasione irripetibile per offrire risposte adeguate, senza stravolgere il sistema, ma mettendo a punto una riforma che ruoti attorno ai bisogni delle persone prima che alle esigenze di profitto".

Alzare le barricate e attuare una sorta di ostruzionismo in Consiglio regionale era l'unica strada?

"Nessun ostruzionismo da parte del Pd, ma solo la volontà di discutere e di confrontarsi su un tema fondamentale per i cittadini. Se non lo facciamo su questo, cosa ci stiamo a fare in Regione? Il centrodestra lombardo è prigioniero della retorica che va tutto bene, che si deve andare avanti così, che non si deve mettere in discussione nulla perchè - mettere in discussione la sanità sulla quale in questi anni ha costruito gran parte del suo consenso - equivale ad ammettere una sconfitta. La sanità lombarda ha ancora delle eccellenze, ma in tante specialità non siamo più i primi della classifica, superati da Emilia, Toscana e Veneto. Oggi abbiamo bisogno di un sistema sanitario vicino e a disposizione di tutti. Invece quando chiamiamo il call center per prenotare una prestazione spesso ci chiedono di attendere 4/5/6 mesi e se un cittadino ha bisogno urgente di quella prestazione deve rivolgersi alla sanità privata. Non è accettabile perché chi non ha la possibilità di pagare la prestazione non può curarsi".

Veniamo alla pandemia. Siamo nel pieno della quarta ondata, ma nonostante il record di vaccinati in Lombardia c'è ancora chi non vuole sentire ragioni. Perchè?

"In Lombardia abbiamo ancora 1,1 milioni di persone che non si sono vaccinate, con un'incidenza soprattutto nella fascia compresa tra i 40 e i 60 anni. Indagarne le ragioni è complesso. C’è sicuramente una generale sfiducia nelle istituzioni politiche e scientifiche, ma i vaccini sono l'unica soluzione se vogliamo tenere aperte le attività, andare a scuola, al cinema o allo stadio. Questa è l'unica strada che - insieme a tutte le altre precauzioni - oggi ci permette di essere davanti a quasi tutti gli altri Paesi. Dobbiamo ringraziare quel 90% dei lombardi che si è vaccinato, che ha fiducia nelle istituzioni e che racconta di un Paese che ha voglia di ripartire insieme".

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